"In breve: non c'è ideale positivo sostenuto da Marx che non sia
anche un contributo validissimo alla migliore tradizione umanista, tradizione
che rappresenta l'eredità delle concezioni classica, giudaica e cristiana della
condizione umana. Considerati dal punto di vista morale, i principi di Karl Marx
rientrano indubbiamente tra i principi animatori della civiltà occidentale."
"L'opera di Marx quale egli la lasciò alla sua morte nel 1883, non è del tutto
compiuta e mai egli compendiò le sue idee in maniera sistematica e completa.
Inoltre, parte di quanto Marx scrisse fu concepito come polemica contro idee di
altri, molti dei quali hanno oggi un interesse storico limitato. Come per tutti
i pensatori più complessi, non esiste un solo Marx. I vari caratteri della sua
opera, che noi ricostruiamo attraverso libri, opuscoli, articoli, lettere,
scritti in epoche diverse della sua stessa evoluzione, dipendono dal nostro
grado di interesse, e nessuno di essi può essere considerato il Vero Marx. E'
interessante valutare cosa abbiano preso delle opere di Marx e di Engels e su
cosa abbiano posto l'accento i pensatori delle generazioni posteriori, le
scuole, i partiti. Su questo argomento si potrebbe scrivere un libro di un certo
valore senza difficoltà alcuna. C'è il Marx agitatore e di conseguenza ecco le
compilazioni del suo messaggio ideologico; c'è il Marx economista, e così
ristampe e compendi del Capitale; e il Marx storico, trascurato forse più di
tutti gli altri. Recentemente, sono stati messi in luce il filosofo della
storia, lo studioso di sociologia politica, e il giovane Marx umanista e
moralista. Non esiste dunque un solo Marx; ogni studioso deve avvicinarsi al suo
Marx." "Non è completamente chiaro cosa sia esattamente incluso e cosa no in
'base economica', né sono definite con precisione o usate con coerenza 'forze' e
'rapporti' di produzione. In particolare la 'scienza' sembra essere a mezz' aria
tra struttura e sovrastruttura; ed è da dubitare se i concetti di struttura e
sovrastruttura possano essere usati come delle unità (come fa Marx), poiché sia
l'uno che l'altro si compongono di un insieme di molti elementi e di molte
forze. Sovrastruttura è per Marx una categoria ripostiglio, qualcosa in cui
relegare tutto ciò che è di troppo. La stessa distinzione tra struttura e
sovrastruttura non è affatto delineata con chiarezza. Un' organizzazione
istituzionale di una società, inclusi i rapporti di produzione, penetra
certamente a fondo negli strumenti tecnologici e nel loro sviluppo scientifico,
incluse le forze di produzione, forgiando il loro significato e il loro ruolo
nel cambiamento storico. Molti fattori che non possono essere considerati
esplicitamente 'economici' entrano in ciò che Marx pare voler indicare con 'modi
di produzione' o 'base economica'. Un fatto che i marxisti sostengano un gran
numero di interpretazioni diverse sembra confermare il mio punto di vista.
Inoltre il problema della mediazione - come precisamente la struttura determina
la sovrastruttura - non è esaminato accuratamente. Un problema su cui
ritorneremo è vedere a quali meccanismi e in quali condizioni precise i
conflitti economici si 'riflettono' nella lotta psicologica e politica. Dato il
carattere fondamentale di queste concezioni, la loro inesattezza trasmette una
certa imprecisione all'intero modello." "Invece la polarizzazione non si è
verificata; nel corso della storia del capitalismo la struttura classista non si
è ridotta, come si aspettava Marx, a due classi. Al contrario, si è
generalizzata la tendenza opposta, e quanto più 'avanzato' è il capitalismo,
tanto più complessa e diversificata si è fatta la stratificazione." "La
questione dell'atteggiamento degli uomini verso il lavoro che fanno, nelle
società capitaliste come m quelle non capitaliste, è una questione del tutto
empirica e un problema per cui non abbiamo risposte adeguate. Ad ogni modo,
riassumendo il concetto di alienazione come ci è stato lasciato da Marx è del
tutto incompleto e ambiguo, anche se affascinante." "Dobbiamo invece ricercare
le cause del disagio del capitalismo, la natura delle sue crisi, e gli effetti
di queste. E Marx per rispondere a questi quesiti è una guida inadeguata." "Se
non altro come risposta alle alte capacità teoriche degli oppositori di Stalin,
alle tradizioni teoriche del marxismo e del bolscevismo e al profondo bisogno di
'ortodossia', lo stalinismo ha un suo sviluppo dottrinale. E il consolidamento,
in condizioni specifiche, di alcune delle teorie bolsceviche. Non è 'l'unico
consolidamento possibile' ma è uno dei possibili." [...] Noi socialisti siamo
più liberi perché siamo più integri; siamo più integri perché siamo più liberi.
Non è solo lavoro la costruzione del socialismo, non èsolo coscienza la
costruzione del socialismo: è lavoro e coscienza, sviluppo della produzione,
sviluppo dei beni materiali mediante il lavoro e sviluppo della coscienza. La
costruzione del socialismo è basata sul lavoro delle masse, sulla capacità delle
masse, perché si possa organizzare e dirigere meglio l'industria, l'agricoltura,
tutta l'economia del paese; sulla capacità delle masse di superare di giorno in
giorno le loro nozioni. sempre abbiamo definito il socialismo come la creazione
dei beni materiali per l'uomo e lo sviluppo della coscienza; e in questo compito
della creazione dei beni materiali è imprescindibile la cifra della produttività
del lavoro. La tecnica è la base perché l'industria possa svilupparsi e
l'industria, che fa la produzione, è la base del socialismo. Il socialismo è un
fenomeno economico e anche un fenomeno di coscienza, ma deve realizzarsi sulla
base della produzione. Senza una produzione importante non c'è socialismo.
Perché il socialismo, adesso in questa fase di costruzione del socialismo e
comunismo, non si è fatto semplicemente per avere le nostre fabbriche brillanti,
si sta facendo per l'uomo integrale; l'uomo deve trasformarsi congiuntamente
alla produzione che avanza e non svolgeremmo un compito idoneo se fossimo solo
produttori di articoli, di materia prima e non fossimo insieme produttori di
uomini. il primo punto del piano inclinato, se pure è possibile chiamarlo piano
inclinato, che porta al socialismo è la Riforma Agraria. Chi entra nella Riforma
Agraria con un senso di recupero nazionale, con un senso onesto, un senso di
giustizia sociale, va indefettibilmente [...], in condizioni, naturalmente,
stiamo parlando in condizioni di America coloniale, va indefettibilmente verso
un'economia socialista ... Vale a dire, noi ci troviamo in un'epoca in cui la
giustizia non è bandita, non possiamo assolutamente bandirla, non possiamo dare
a ciascuno secondo il suo bisogno. Stiamo costruendo il socialismo, dobbiamo
dare alla gente secondo il suo lavoro ... Il socialismo non è una società di
beneficenza, non è un regime utopico basato sulla bontà dell'uomo come uomo. Il
socialismo è un regime al quale si arriva storicamente e che ha come base la
socializzazione dei beni fondamentali di produzione e l'equa distribuzione delle
ricchezze della società, entro un ambito in cui vi sia produzione di tipo
sociale. Il socialismo è un sistema sociale che si basa sull'equa distribuzione
delle ricchezze della società, ma a condizione che tale società abbia ricchezze
da spartire, che vi siano macchine per lavorare e che quelle macchine abbiano
materie prime per produrre quanto è necessario per il consumo della nostra
popolazione. E nella misura in cui aumentiamo quei prodotti per distribuirli fra
tutta la popolazione andiamo avanzando nella costruzione del socialismo.
Possiamo dire che la definizione del socialismo è molto semplice: si definisce
dalla produttività che è data dalla meccanizzazione, dal giusto uso delle
macchine al servizio della società e da un crescente aumento della produttività
e della coscienza che sta nel mettere tutto quello che si possiede al servizio
della società: produttività, vale a dire, maggior produzione, maggiore
coscienza: questo è socialismo Bisogna pagare qualunque prezzo per il diritto di
tenere sempre alta la nostra bandiera e il diritto di costruire il socialismo
secondo il volere del nostro popolo! [69] Non può esistere socialismo se nelle
coscienze non si opera un mutamento che provochi un nuovo atteggiamento fraterno
nei confronti dell'umanità, tanto di carattere individuale, la società in cui si
costruisce o è costruito il socialismo, come di carattere mondiale in relazione
a tutti i popoli che stiano subendo l'oppressione imperialista. Le verità del
socialismo, più le crude verità dell'imperialismo, sono andate forgiando il
nostro popolo, mostrandogli il cammino che dopo abbiamo intrapreso
coscientemente. Non vi è altra definizione del socialismo, valida per noi, che
l'abolizione dello sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo. Fintanto che ciò
non avvenga, si sta nel periodo di costruzione della società socialista e, se
invece di verificarsi un tale fenomeno, il compito della soppressione dello
sfruttamento ristagna o addirittura si fanno dei passi indietro, non è giusto
nemmeno parlare della costruzione del socialismo. il socialismo si basa sulla
fabbrica, il socialismo poggia su di una società sviluppata tecnicamente; non
può esistere in condizioni feudali, in condizioni pastorali; si sviluppa sulla
tecnica. E noi dobbiamo procedere lungo queste due vie dell'aumento della
produzione e dell'approfondimento della coscienza. E vogliate perdonarmi se
insisto una volta di più su queste cose, ma il fatto è che bisogna fissarsele
bene nella mente per poter giungere ad acquisire la nuova categoria di paese
socialista in cui si cancelli ormai totalmente lo sfruttamento dell'uomo da
parte dell'uomo, in cui tutti i mezzi di produzione siano in potere dello Stato
e dove si dia inizio al gran balzo, l'ultimo e definitivo balzo avvistato finora
dall'umanità, che è quello della società comunista, società senza classi. già
dobbiamo pensare - anche se è come un futuro lontano - al comunismo, che è la
società perfetta, che è l'aspirazione basilare dei primi uomini che seppero
vedere più in là del tempo presente e predire il destino dell'umanità. Nella
società socialista o nella costruzione del socialismo il lavoratore lavora
perché questo è il suo dovere sociale, perché deve compiere il suo dovere
sociale. Questo dovere sociale consiste nel fare uno sforzo medio, conformemente
alla sua qualifica e pertanto ricevere un salario individualizzato,
conformemente a quella qualifica, in questa fase di costruzione, in questo
periodo di transizione e, allo stesso tempo, tutti i benefici che la società gli
concede. [...] Le leggi del marxismo sono presenti negli accadimenti della
Rivoluzione cubana, indipendentemente dal fatto che i suoi capi professino o
conoscano a fondo, da un punto di vista teorico, quelle leggi. Il marxista deve
essere il migliore, il più integro, il più completo degli esseri umani, ma,
sempre e soprattutto, un essere umano; un militante di un partito che vive e
vibra a contatto con le masse; un orientatore che plasma in direttive concrete i
desideri talora oscuri della massa; un lavoratore infaticabile che tutto
consegna al suo popolo; un lavoratore che si sacrifica dedicando le sue ore di
riposo, la sua tranquillità personale, la sua famiglia o la sua vita alla
Rivoluzione, ma che non è mai insensibile al calore del contatto umano. La
nostra posizione quando ci chiedono se siamo marxisti o no è la stessa che
assumerebbe un fisico al quale si chiedesse se fosse newtoniano" o un biologo al
quale venisse chiesto se fosse "pasteuriano". Vi sono verità così evidenti, così
legate alla conoscenza dei popoli che è del tutto inutile discuterle. Si deve
essere "marxisti" con la stessa naturalezza con cui si è "newtoniani" in fisica
o "pasteuriano" in biologia. [...] Marx, nella sua geniale visione di tutto
quello che sarebbe accaduto, parlava del lavoro nel comunismo come di un bisogno
morale dell'uomo ... Il merito di Marx è quello di provocare all'improvviso
nella storia del pensiero sociale un mutamento qualitativo; interpreta la
storia, ne comprende la dinamica, prevede il futuro ma, oltre a prevederlo, dove
il suo impegno scientifico sarebbe terminato, esprime un concetto
rivoluzionario: che, non solo bisogna interpretare la natura, è necessario
trasformarla. La Rivoluzione cubana prende Marx dove questi avrebbe abbandonato
la scienza per impugnare il fucile rivoluzionario e lo prende in quel punto, non
per spirito revisionista, di lotta contro quello che segue Marx, di rivivere il
Marx "puro", ma semplicemente perché fin lì Marx, lo scienziato, situato fuori
della storia, studiava e vaticinava. Dopo, il Marx rivoluzionario, dentro la
storia, avrebbe combattuto. Noi, rivoluzionari pratici, semplicemente iniziando
la nostra lotta, abbiamo messo in atto delle leggi previste dal Marx scienziato
e per questa via di ribellione, nel combattere contro la vecchia struttura del
potere, nel basarci sul popolo, ci stiamo semplicemente uniformando alle
predizioni dello scienziato Marx.
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