IL CLITOFONTE
Clitofonte , come dice Aristotele , fu un uomo politico di Atene legato al partito oligarchico , in netta ascesa nella città all'indomani della sconfitta in Sicilia ( 413 a.c. ) ; fu anzi uno degli artefici dell'instaurazione del comitato dei Quattrocento , che resse le sorti di Atene per qualche tempo . Il vertice del movimento oligarchico era allora tenuto da una elite intellettuale costituita per lo più da retori , poeti e sofisti ; e appunto nel novero di questi ultimi va incluso il nostro personaggio . Il luogo e il tempo in cui si svolge l'azione non vengono indicati : per le analogie presenti con la Repubblica ( anche lì compare la figura di Clitofonte ) lo si potrebbe dire ad essa contemporaneo . Clitofonte concorda per certi versi sulle dottrine di Socrate , ma per altri versi non è per niente d'accordo . Per esempio concorda pienamente sulla dottrina socratica dell'involontarietà del male : si tratta del cosiddetto " intellettualismo etico " di Socrate : secondo lui nessuno può compiere il male sapendo effettivamente di compierlo : nessuno potrebbe mai fare del male volontariamente . Un rapinatore rapina non pensando di fare del male , ma di fare del bene : è un errore intellettuale ritenere bene ciò che è male . E' un atteggiamento tipicamente cristiano-cattolico che si possa scegliere tra bene e male indistintamente . Clitofonte è anche d'accordo con Socrate sul fatto che chi usa il corpo e lo cura trascurando l'anima è uno stolto . E' anche d'accordo sul fatto che se uno non sa usare una data cosa é meglio che non la usi affatto . Così chi non sa usare la lira , fa meglio a non usarla : se uno non sa usare la propria , non sa neppure usare quella altrui , e viceversa . Concorda anche con Socrate sul fatto che chi non usa l'anima è meglio che sia schiavo e si faccia guidare dal padrone , come dice anche Aristotele . Però Clitofonte muove anche critiche all' inconcludenza del sapere socratico : Socrate invita alla virtù , che però non ha sbocco nel mondo pratico . Senz'altro , dice Clitofonte , deve essere bello raggiungere la virtù , ma quale è il punto di partenza ? E' come se uno , vedendo che non sappiamo dell'esistenza della medicina e della ginnastica , ci dicesse di curarci il corpo , e poi si arrabbiasse perchè ci curiamo del grano , dell'orzo , della vite ... di tutti quei beni per il cui possesso ci affatichiamo perchè vadano a vantaggio del corpo , mentre non facciamo nulla per scoprire qualche arte e qualche strumento per rendere il corpo davvero eccellente . Quali sono queste arti ? La medicina e la ginnastica . Ma quale è l'arte inerente alla virtù dell'anima ? Socrate ed i suoi discepoli rispondono " la giustizia " . La medicina è un'arte con due obiettivi : la salute , che non è più arte , ma il risultato dell'insegnamento e dell'apprendimento dell'arte . Per l'architettura è lo stesso : c'è la costruzione e la tecnica della costruzione : l'una è l'opera , l'altra è l'insegnamento . Altrettanto può ripetersi per la giustizia : da un lato mettiamo la capacità di formare uomini giusti , come ciascuna arte forma i suoi esperti . Ma che cosa insegna la giustizia , chiede Clitofonte , tronfio d'orgoglio perchè sa di aver messo in crisi Socrate ? Clitofonte dice che alcuni discepoli di Socrate gli avevano risposto : chi aveva detto il dovere , chi il conveniente ... Ma agire doverosamente , convenientemente si trovani tali e quali in tutte le altre arti . Ad esempio , per il carpentiere agire giustamente , doverosamente , convenientemente ... sarà dare forma al legno grezzo . Clitofonte dice che un seguace di Socrate gli aveva addirittura risposto che l'effetto della giustizia è creare amicizia all'interno degli stati . Socrate stesso aveva detto che la giustizia consiste nel nuocere ai nemici e nel far del bene agli amici . Ma Socrate aveva anche detto che l'uomo giusto non può mai nuocere a nessuno perchè agisce sempre nell'interesse di tutti . Clitofonte fa allora due ipotesi : o Socrate esalta la giustizia senza sapere neanche che cosa essa sia , oppure non vuole dirglielo a Clitofonte . Clitofonte conclude così il suo dialogo e così si conclude anche l'opera : " per l'uomo che ancora attende d'essere esortato tu sei assolutamente indispensabile ; ma quando uno sia già stato spronato , starei per dire che sei quasi d'inciampo per chi vuol raggiungere il culmine della virtù e con esso la felicità " .