IL CRIZIA
Il dialogo costituisce una prosecuzione dell'incontro di Timeo con gli stessi personaggi che agivano nel trattato che da lui prende il nome . Vanno in particolare ricordati Socrate , Ermocrate e Crizia . Proprio quest'ultimo é il vero protagonista di questo dialogo , al quale dà il nome . Crizia era uno dei Trenta tiranni e per di più parente di Platone ( era suo zio materno ) . Egli esordisce dicendo che gli argomenti che sta per trattare sono più complessi rispetto a quelli trattati da Timeo , che aveva parlato del Demiurgo , il divino artigiano : é infatti più facile parlare di divinità agli uomini ( come ha fatto Timeo ) che non di uomini agli uomini ( come sta per fare Crizia ) : gli dei non sono mai stati visti così non é possibile capire se uno sta dicendo il vero o il falso mentre parla di loro . E' come nella scultura : di fronte al busto di un uomo tutti diventiamo critici severi per via della conoscenza abituale che abbiamo degli uomini , se però si tratta di soggetti non umani , bensì divini è più difficile muovere critiche e si é più liberi nella rappresentazione . Crizia introduce quindi il suo argomento : egli parlerà di due grandi città che entrarono in conflitto tra loro : Atene , l'attuae capitale della Grecia , e Atlantide , città che per via di cataclismi si inabissò e sparì dalla faccia della Terra e diede il nome al Mar Atlantico . L'Atene descritta da Crizia é un' Atene fuori dal tempo , quasi mitologica . Gli dei patroni di Atene , spiega Crizia , erano Efesto , il fabbro degli dei , e Atena , la dea della sapienza , che diede il nome alla città . Gli dei pur abitando sulle vette del monte Olimpo , si spartivano le terre tra di loro con un sorteggio effettuato da Giustizia ( la greca Dike ) . Nelle terre che venivano loro assegnate svolgevano sugli uomini le stesse mansioni che i pastori svolgono sulle greggi . Fatto sta che ad Atena e ad Efesto , forse perchè erano fratelli , forse perchè nutrivano interessi affini ( il sapere , l'arte ) toccò la stessa terra . In Atene vi erano diverse classi di cittadini , ciascuna delle quali svolgeva determinate funzioni . Vi erano i guerrieri , i produttori , i governatori . La proprietà privata non esisteva : sembra quasi che Platone si ricolleghi a quanto dice nella Repubblica .Crizia si sofferma sull'assetto urbanistico della città di Atene , ed in particolare sul suo splendido acropoli , diverso da quello dei suoi tempi , per poi passare alla descrizione di Atlantide . Quest'isola con il sorteggio toccò a Poseidone , il dio del mare . Era un'isola molto ricca : basti pensare che dal mare fino al centro dell'isola era tutta una pianura fertilissima . Vi era poi nel mezzo un monte non altissimo , sulle cui vette abitava un uomo , di nome Euenore , con la moglie Leucippe , dalla quale aveva avuto una figlia , Clito , che però rimase orfana proprio quando era in età da marito . Poseidone , preso da compassione , giacque con lei . Quindi scavò tutt'intorno all'altura sulla quale dimorava Clito formando come dei cerchi concentrici , alternativamente di terra e di mare , ora più larghi , ora più stretti . Così il monte risultava inaccessibile agli uomini e Clito poteva vivere tranquilla . Si era venuta a creare una vera e propria isola irraggiungibile ( dal momento che allora non c'erano le navi e la tecnica della navigazione era sconosciuta ) . Poseidone rese prosperosissima quella terra facendovi zampillare fonti e facendovi crescere frutti di ogni qualità . Poi allevò 5 coppie di gemelli e suddivise l'isola di Atlantide in 10 parti , ciascuna delle quali venne affidata ad uno dei 10 figli . Il vero capo era però il più anziano dei fratelli , a cui Poseidone mise il nome dell'isola e lo chiamò " Atlante " . Il secondo lo chiamò Gadiro . La progenie di Atlante fu numerosa e gloriosa ed i successivi sovrani accumularono tantissime ricchezze ; l'isola di Atlantide era del tutto autosufficiente , ma tuttavia non rinunciava alle importazioni . Abbondava di metalli ed in particolare di oricalco , che era il secondo metallo più prezioso dopo l'oro . Poi costruirono dei ponti che mettevano in contatto l'isola con l'isolotto costruito da Poseidone , che era divenuto sede dei sovrani . I dieci sovrani gareggiavano tra di loro in magnificienza e sontuosità . Come ogni città degna di rispetto c'era anche l'acropoli , al centro del quale era situato il tempio sacro a Poseidone e a Clito , recintato da un muro in oro . L'isola abbondava pure di fonti , sia fredde sia calde , pronte all'uso : gli abitanti vi disposero attorno edifici , giardini e vi riempirono grandi e magnifiche vasche . L'acqua defluiva poi verso il bosco sacro a Poseidone , che faceva crescere piante rigogliose ed una natura lussurreggiante . Nelle cerchia più esterne della città c'era il grande ippodromo , attorniato da edifici destinati all'alloggiamento del contingente dei lancieri . Crizia parla poi del porto , un vero e proprio via vai di imbarcazioni e di genti che venivano da ogni parte per commerciare . Numerosi erano i canali di irrigazione che sorgevano nella pianura che andava dal mare fino al centro dell'isola e che la rendevano fertilissima . L'isola di Atlantide aveva anche un suo esercito , formato dalle genti di tutta l'isola . Dei diec re ciascuno disponeva a suo piacimento delle genti su cui regnava ; tra i vari sovrani c'era un patto di alleanza regolato dallo statuto di Poseidone . Proprio nel tempio di Poseidone , sull'acropoli , si radunavano i 10 sovrani ogni 5 - 6 mesi per prendere decisioni di interesse comune e per processare coloro che si erano mal comportati . I processi venivano svolti dopo la celebrazione di un rito in cui fondamentale era la presenza del toro . Tra le varie leggi senz'altro la più importante era quella che proibiva assolutamente ai sovrani di farsi guerra tra di loro : vi doveva essere massima armonia e concordia e dovevano essere alleati e combattere insieme contro il nemico comune . Sembrava un vero e proprio paradiso terrestre , ma improvvisamente vi fu una degenerazione . Il che non piacque a Zeus , il padre degli dei , che volle punire l'isola .