GIAMBATTISTA DELLA PORTA
A cura di Gigliana Maestri
Giambattista Della Porta nasce
a Vico Equense, vicino Napoli, nel 1535. Compie
i suoi studi a casa, dove ha anche
l'opportunità di partecipare a frequenti
discussioni riguardanti argomenti scientifici. Viaggia
molto in Italia, Francia e Spagna, e fonda
l'Accademia dei Segreti (Academia secretorum naturae),
dedicata allo studio della natura, e chiusa
dall'Inquisizione nel 1578. Nel 1579 Della Porta
si reca a Roma, dove entra a servizio
del cardinale Luigi d'Este, grazie al quale
ha l'opportunità di frequentare la corte
del duca Alfonso II d'Este a Ferrara. A
causa del suo lavoro per il cardinale,
vive anche a Venezia. Stringe rapporti
con Tommaso Campanella, Paolo Sarpi e
Galileo Galilei; muore a Napoli nel 1615.
La sua opera più importante è la Magia
naturalis sive de miraculis rerum naturalium;
nel De refractione espone le
proprietà rifrangenti delle lenti, accusando poi
Galileo di plagio per la costruzione
del cannocchiale, mentre in realtà Della
Porta non ha tratto conseguenze
tecnico-pratiche dalle sue osservazioni. Affida
gli studi di fisiognomica al De
umana physiognomonia, precorrendo l'opera di J. K.
Lavater, mentre nel De spiritalibus descrive,
con due secoli d'anticipo, una macchina a
vapore. Il De furtivi litterarum notis
è dedicato alla crittografia, e l'Ars reminiscendi
alla mnemotecnica. Della Porta è anche autore
di commedie: fra le più famose si
possono segnalare Olimpia, La fantesca, I
due fratelli rivali e L'astrologo.
I suoi interessi sono vasti: si occupa
infatti di medicina, demonologia, chiromanzia, magnetismo,
astrologia e meccanica; inoltre, progetta la camera
oscura e la lanterna magica. Come si
è detto, la sua opera più importante
è però la Magia naturalis: pubblicata
per la prima volta nel 1558 in
quattro libri, in seguito viene ampliata
fino a comprenderne venti, tutti riuniti in
unico volume nel 1584. Questo volume ottiene
un successo davvero notevole, tanto da
essere tradotto dal latino nelle principali
lingue europee. Per quanto riguarda la sua
forma, l'opera è molto simile a quei
"libri dei segreti" estremamente
popolari in quest'epoca. Non a caso, essa
tratta dei più svariati argomenti quali,
ad esempio, cosmologia, geologia, medicina, veleni, ottica,
cosmetici per donne, magnetismo, distillazione
e metallurgia. Il libro può essere quindi
definito come un curioso misto di ricette,
osservazioni ed esperimenti, frutto degli studi
non soltanto dell'autore ma anche degli
altri suoi colleghi dell'Accademia dei Segreti.
Al di là dei singoli temi di
cui si è detto, è importante ricordare
che il libro di Della Porta esalta
la magia naturale, considerandola una scienza
suprema, il complemento e la parte pratica
della filosofia della natura. Il suo
compito consiste infatti nel far conoscere
le forze occulte del mondo naturale, e
nell'insegnare, per mezzo della loro applicazione, a
compiere quelle opere che i profani
ritengono prodigiose, ma che invece sono soltanto
il mezzo attraverso cui l'uomo aiuta
il compimento dei processi della natura. Secondo
Della Porta, non bisogna confondere la
magia naturale con quella "diabolica",
basata su incantesimi ed evocatrice di
fantasmi e demoni.
Per quanto riguarda la sua concezione
del cosmo, egli ritiene che la materia sia
il substrato fisico delle cose concrete e
identifica le "forme" con l'anima
del mondo; crede inoltre che l'universo sia
ordinato secondo una precisa gerarchia di
cui Dio è il vertice supremo.
Notevole è anche, come si è ricordato,
il suo interesse per la
"fisiognomonia", l'arte di interpretare gli
stati dell'anima in base alla struttura
del corpo, e, in modo particolare, dal
volto degli uomini. In questo senso, i suoi
studi sono stimolati dalle osservazioni
svolte in campo medico, grazie alle quali
ha modo di analizzare la struttura
fisica e i lineamenti del viso di
molti pazienti. Della Porta muove dal
concetto dell'unità dell'universo, e dall'idea
della simpatia o antipatia che legano
tutte le cose, per affermare l'unione
dell'anima con il corpo; in tal modo,
costruisce una scienza che, come egli stesso
afferma, "impara da segni che sono
fissi nel corpo et accidenti che
trasmutano i segni, a investigar i costumi
naturali dell'animo".