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"L'essenza dell'io consiste nella sua attività; se dunque quell'elemento eterogeneo deve poter essere ascritto all'io, esso deve essere in generale una attività dell'io, che come tale non può essere estraneo, ma di cui la mera direzione, forse estranea, si fonda non nell'io, ma fuori dell'io. Se l'attività dell'io, secondo la supposizione piú volte fatta, procede all'infinito, ma in un punto determinato è urtata, non però distrutta, ma soltanto respinta in se stessa, allora l'attività dell'io, in quanto tale, è e resta sempre attività dell'io, ma il fatto che essa sia respinta è estraneo e contrario all'io". (J.G. Fichte, "Fondamento dell'intera dottrina della scienza")



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Di admin