"È ignobile quell'amante volgare che si innamora del corpo piuttostoche dell'anima; e del resto non può essere nemmeno costante, giacché è innamorato di qualcosa che costante non è. Non appena appassisce il fiore del corpo, di cui era innamorato, fugge lontano, smentendo tanti discorsi e tante promesse; ma chi si innamora di un nobile carattere, ne resta amante per tutta la vita, in quanto si fonde a una cosa che resta". (Platone, “Simposio”, 183 d-e)