È morto Camilleri. È un lutto nazionale, come sempre avviene quando perdiamo uno spirito magno della letteratura nazionale. Celebriamo in lui il grande scrittore nazionale-popolare, ben sapendo che gli avvoltoi cinici cercheranno di annetterlo nei loro progetti politici, strumentalizzandolo post mortem, nella peggiore tradizione della irresponsabilità politica italica.  «Neppure i morti saranno al sicuro dal nemico, se vince. E questo nemico non ha smesso di vincere» (W. Benjamin).





Citazioni

“Perché la vita umana non fosse del tutto improntata a malinconica severità, Giove infuse nell’uomo molta più passione che ragione: press’a poco nella proporzione di mezz’oncia ad un asse. Relegò inoltre la ragione in un angolino della testa lasciando il resto del corpo ai turbamenti delle passioni. Quindi, alla sola ragione contrappose due specie di violentissimi tiranni: l’ira, che occupa la rocca del petto e il cuore stesso che è la fonte della vita, e la concupiscenza che estende il suo dominio fino al basso ventre. Quanto valga la ragione contro queste due agguerrite avversarie ce lo dice a sufficienza la condotta abituale degli uomini: la ragione può solo protestare, e lo fa fino a perderci la voce, enunciando i princìpi morali; ma quelle, rivoltandosi alla loro regina, la subissano di grida odiose, finché lei, prostrata, cede spontaneamente dichiarandosi vinta”. (Erasmo, "Elogio della follia")







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