Per non dimenticare. Per sottrarre all’oblio. Per rendere giustizia. È il 20 novembre, questa l’intercettazione trasmessa dal TgR Emilia Romagna: “Porca puttana… porca puttana vai da sola a piedi… porca puttana! Scendi! Scendi! Non ti voglio più. Io non ti voglio più”. A urlare, furente, è una donna. Apre con rabbia lo sportello della sua auto e scarica sotto la pioggia battente una bimba impaurita. L’eroina è una signora, più precisamente una delle affidatarie nel caso del presunto sistema degli affidi illeciti in Val d’Enza. La colpa inespiabile della bimba è la seguente: si oppone, si rifiuta di ricordare un abuso che, in verità, non v’è mai stato. La bimba avrebbe subito pressioni psicologiche fortissime, affinché ricordasse e raccontasse abusi in realtà mai subiti da parte dei genitori naturali. Il tutto, per screditare questi ultimi e far sì che venisse loro tolta la bimba. Dio è morto.





Citazioni

“L’intellettuale non vede solo il presente ma anche il futuro; non vede solo il momento attuale, ma anche la meta verso cui l’umanità è indirizzata”. (J.G. Fichte, La missione del dotto)







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