Mentre i Paesi più distanti si sono prodigati per aiutare l’Italia, quelli più vicini, almeno spazialmente, si apprestano a infliggerle il colpo di grazie. La UE, infatti, ha un’unica preoccupazione: come sfruttare questa occasione di debolezza dell’Italia per catturarla nei maligni dispositivi del debito, segnatamente del MES. Proprio domani, 7 aprile, potrebbe essere il grande giorno: Francia e Germania, pare, hanno trovato la quadratura del cerchio, che si chiama MES a “condizionalità limitate”, con in aggiunta il rafforzamento delle linee di credito della Banca europea per gli investimenti (BEI) e l’attivazione del nuovo fondo “anti-disoccupazione” SURE. Insomma, mentre i falchi tedeschi non vogliono lasciarsi scappare l’occasione, i Paesi dell’area mediterranea, fino a ieri detti impudicamente PIGS, cercano di non essere schiacciati mortalmente: e lo fanno optando per strumenti come i cosiddetti “eurobond”: eurobond che, come bene ha rammentato Thomas Fazi, darebbero boccate d’ossigeno a suddetti Paesi, al tempo stesso però potenziando l’autarchia burocratica della UE e rafforzando il potere squisitamente antidemocratico della Commissione Europea. Dice bene Fazi: “siamo di fronte a uno scontro tutto interno alle élite europee, che con ogni probabilità, comunque, si risolverà ancora una volta a favore della diarchia franco-tedesca”. Il MES a “condizionalità limitate” proposto dai falchi tedeschi non dispiace, a quanto pare, a Gualtieri. La soluzione che discuteranno il 7 aprile proviene dall’Eurogroup Working Group (EGW), che – scrive Fazi – è “composto dai dirigenti dei ministeri delle Finanze di tutti i paesi UE, ed ha dunque ricevuto il via libera anche del MEF, nella figura di Alessandro Rivera, direttore generale del Tesoro e noto fedayìn europeista”. Sarebbe la fine dell’Italia. La morte della patria. La notte senza mattino. Saremmo, in sostanza, costretti a rimborsare tutto, fino all’ultimo euro. Ma non è tutto. Il peggio, come nota Fazi, è che la “condizionalità” del MES si rivelerebbe una vergognosa menzogna: “difatti, anche se nel breve gli Stati membri trovassero un accordo per aggirare la «rigorosa condizionalità» prevista dall’articolo 136(3) del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), su cui si basa il MES, magari accordandosi su una forma “leggera” di condizionalità, le condizioni a cui è soggetta l’assistenza finanziaria nell’ambito del MES possono essere modificate unilateralmente dalle istituzioni europee, come prevede l’art. 7(5) del regolamento 472/2013”. In altri termini: i creditori potranno, quando vorranno, mutare le condizionalità dei prestiti che hanno concesso, come appunto prevede il trattato europeo.
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