Leggo che tanti, da Landini a Toninelli, sono aprioricamente favorevoli al vaccino e, in non rari casi, alla sua obbligatorietà. E ciò in relazione – si badi – a un vaccino che ancora non c’è e di cui si sa poco, su conseguenze ed efficacia. Come si fa a essere aprioricamente favorevoli o sfavorevoli a una cosa di cui non si sa pressoché nulla? Perché nessuno dice nulla, invece, sulle cure, che già ci sono (cfr. Tarro, De Donno)? Si presteranno costoro, dunque, a fare da cavie al momento del lancio del vaccino? Non credo. Perché alla fine le cavie sono sempre i “semplici”, i “cafoni” (Silone), quelli la cui vita, per il potere, vale da sempre “meno di niente” (Zizek).
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