Gli stessi che ora celebrano la deportazione di africani per “salvarli dai lager libici” sono gli stessi che hanno appoggiato l’aggressione alla Libia del 2011, che ha appunto prodotto i lager libici. Già questo basta a smascherare la loro volgare narrazione gravida di liberismo: narrazione che nasconde dietro la retorica dell’accoglienza il vecchio vizietto del colonialismo e dello sfruttamento spietato degli africani. Un tempo li si schiavizzava in Africa. Ora li si deporta per sfruttarli direttamente in Europa. “Porti aperti” dicevano gli schiavisti dei tempi andati. “Porti aperti” dicono i nuovi schiavisti, supportati da una sinistra che ha smesso di fare la sinistra per aderire al verbo neopadronale.
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