L’ordine del discorso usa la categoria di complottismo per neutralizzare, mediante abbinamento parossistico, lo spirito critico di chi dubita criticamente, subito dichiarandolo del tutto analogo al teorico delle più stralunate teorie del complotto, come – tra le tante – quella della “terra piatta”. E come liquida come omofobo chi semplicemente difenda la famiglia naturale, come fascista chi semplicemente difenda le ragioni della nazione e come xenofobo chi tuteli la propria identità culturale, così bolla come complottista chiunque non rinunzi a porsi domande. È la situazione analoga a quella di chi identificasse il polmone con la polmonite, pretendendo di sconfiggere la seconda annientando il primo: è bensì vero che l’estremizzazione paranoica del dubbio porta al complottismo, ma questo è un argomento non contro il dubitare, bensì appunto contro l’estremizzazione paranoica del dubitare. Per gli armigeri del nuovo ordine mentale e del lockdown cognitivo permanente, tale distinzione non può valere: sicché liquidano come complottismo lo stesso dubitare. La lotta contro il complottismo diviene, così, indistinguibile dalla lotta contro il dubbio critico, contro il questionare socratico e contro il problematizzare riflessivo.












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