Circola già da tempo un manifesto del World economic forum legato alla famosa agenda 2030. Sul manifesto si vede un ragazzo sorridente accompagnato da una scritta che grossomodo recita così: 2030, non possiedo più nulla e sono felice. Si tratta a tutti gli effetti del tableau de bord delle classi dominanti, vale a dire del blocco oligarchico neoliberale no border. Quel che stupisce non è l’obiettivo delle classi dominanti, che da sempre mirano a dominare il mondo e a produrre una concentrazione del potere della ricchezza potenzialmente illimitata. Stupisce invece l’atteggiamento inebetito del giovane che fa vanto della propria miseria, dell’essere stato espropriato di tutto nel 2030. È un esempio da manuale di resilienza, cioè di sopportazione con ebete euforia, quella che piace al potere. Ti portano via tutto e tu, anziché rivoltarti, ringrazi con inebetito sorriso sulle labbra. Il potere – da Draghi a Schwab – ci vorrebbe resilienti, cioè disponibili a subire tutto in silenzio. Noi dobbiamo invece essere ribelli, riprendendoci in mano il nostro destino e agendo in nome di desideri di migliori libertà. Il nostro modello non deve essere Paperino, che prende un sacco di botte e va sempre avanti come se nulla fosse, senza mai mettere in discussione il mondo che quotidianamente lo umilia. Il nostro paradigma di riferimento deve invece essere Spartaco, che rivendica con coraggio e con la schiena dritta il proprio sacrosanto diritto di spezzare catene.

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Di admin