L’opera di Dostoevskij può complessivamente essere letta come una impietosa analisi delle conseguenze che scaturiscono dalla pretesa umana di liberarsi di Dio e dunque dell’idea stessa di verità. Da “Delitto e castigo” a “I demoni”, il tema portante della riflessione del pensatore russo sembra proprio essere questo: l’uomo pensa di liberarsi negando Dio e, in realtà, si perde e nega la propria libertà. Uccidendo Dio, l’uomo uccide se stesso. Si tratta di una puntuale descrizione della società a nichilismo integrale della quale siamo noi stessi abitatori: la svalorizzazione di tutti i valori non produce libertà, ma pulsione di morte; quella pulsione di morte che ormai si respira in Occidente a ogni latitudine e che sembra di fatto tracciare l’orizzonte di senso del nostro tempo.

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