Si sono purtroppo registrati duri scontri, alla Sapienza di Roma, tra i collettivi studenteschi e la polizia. I primi hanno provato a impedire un dibattito intorno a un libro, usando la solita retorica dell’antifascismo permanente: forse senza avvedersene, hanno usato metodi squadristi propri del fascismo paradossalmente invocando l’antifascismo. Le idee si combattono con le idee, non certo impedendo con la violenza la loro espressione. Lo schema dell’antifascismo permanente in assenza di fascismo resta sempre il medesimo: si bolla come fascista il proprio avversario e poi, in nome dell’antifascismo, ci si sente titolati a utilizzare metodi squadristi contro di lui. Dalle camicie nere fasciste alle camicie fucsia antifasciste, quasi un capovolgimento dialettico hegeliano. Di fronte alla violenza delle brigate fucsia la polizia ha a sua volta usato la violenza del manganello, caricando i collettivi studenteschi: criticabilissima la violenza degli uni come quella degli altri. Sbagliato l’uso del manganello, certo. Ma sbagliata anche la violenza delle brigate fucsia, che hanno pensato di poter impedire un dibattito libero: i collettivi studenteschi farebbero meglio a rileggere l'”Etica del discorso” di Jürgen Habermas e a confutare le idee che non condividono con le idee, non con la violenza.

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Di admin