Su Twitter, Emma Bonino – vestale del neoliberismo progressista – si è detta assai preoccupata. Al governo – ella ha sostenuto – “pensano alla famiglia con mamma e papà, magari con due pupi”. Insomma, la Bonino ritiene che la famiglia sia un pericolo. E, nel pensarlo, ella non è certo una voce isolata. Sappiamo bene, infatti, che il nuovo ordine mondiale turbocapitalistico genera anche, a propria immagine e somiglianza, un nuovo ordine erotico di completamento: solitudini di consumo erotico, che vivono i rapporti sentimentali e sessuali in forma effimera, come avviene nel mondo dello scambio delle merci. Il globalcapitalismo ravvisa nella famiglia un ostacolo da abbattere, dacché la famiglia è la prova del fatto che l’uomo è un animale comunitario e non un atomo consumatore isolato; inoltre, la famiglia rappresenta uno spazio relazionale impermeabile alla forma merce e alla algida logica mercantile del do ut des. Insomma, la famiglia rappresenta a tutti gli effetti un ostacolo che la logica di sviluppo del capitale deve abbattere per promuovere la onnimercificazione, vale a dire l’allargamento della forma merce a ogni spazio reale e simbolico non ancora colonizzato. Il nuovo ordine mondiale non vuole vedere cittadine e cittadini, padri e madri, comunità solide e solidali: vuole vedere ovunque solo consumatori sradicati e fluidi, in movimento e senza radicamento comunitario, senza legami e senza identità.
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