In tanti mi domandano perché io sostenga che il solo Papa fino a oggi era Ratzinger. In estrema sintesi, nel 2013 Ratzinger rinunciò non al titolo di Papa ma al suo esercizio: in termini tecnici, rinunciò al ministerium ma non al munus. Semplificando, un avvocato che rinunci a esercitare non cessa di essere avvocato. Analogamente, un papa che rinunci a esercitare il ruolo di Papa non cessa di essere Papa. Ma mentre di avvocati ce ne possono essere molti, di Papa ce ne può essere solo uno: secondo la dottrina cattolica, Pietro è uno e soltanto uno. Sicché nel 2013, rinunziando all’esercizio ma non al titolo, Ratzinger produsse non già la sede vacante, poi occupata – come i più credono – da Bergoglio: produsse invece la sede impedita, rimanendo egli stesso Papa pur non esercitando più la funzione di Papa. Lo disse apertamente, allorché affermò che rinunciava a essere “pontefice sommo”: non disse “sommo pontefice”, ma “pontefice sommo”, con ciò lasciando intendere che continuava a essere Papa anche se in una posizione marginale, non più centrale. A suffragio di quanto detto, si consideri questo passaggio dell’ultimo discorso pubblico ufficiale tenuto da Ratzinger il 27 febbraio del 2013: “il ‘sempre’ è anche un ‘per sempre’ – non c’è più un ritornare nel privato. La mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero non revoca questo”. Proprio così, la rinuncia all’esercizio attivo del ministero non revoca il ministero in quanto tale: appunto, si rinuncia all’esercizio del ministero mantenendo però il ministero stesso in qualità di Papa. Ecco perché oggi, 31 dicembre 2022, è morto il solo e unico Papa, Benedetto XVI.

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