Giorgia Meloni vuole fare l’americana. L’abbiamo capito già da tempo. L’altro giorno ad esempio era al cospetto di sire Biden, l’arcobalenico e vegliardo presidente della civiltà del dollaro. Il quale ha tenuto a far sapere che considera l’Italia un alleato fedele e solido. Parole precise, non fosse per il lemma “alleato”, che chiede di essere sostituito con “colonia”. Perché di questo si tratta: l’Italia figura a tutti gli effetti come una colonia al servizio di Washington. E l’incontro stesso di Giorgia Meloni alla corte di sire Biden ne è una delle tante prove. Un’immagine più delle altre lo dimostra: il bacio amorevole che il vegliardo Biden ha dato sulla testa a Meloni. Un’immagine che spiega più di ogni concetto e che perfettamente adombra il rapporto della nostra sventurata Italia con la plutocrazia neoliberale e imperialistica di Washington. Con il governo di Giorgia Meloni, in effetti, l’Italia ha raggiunto l’apice della propria subalternità all’imperialismo statunitense, secondo il compimento di una linea tendenziale già ben presente nella nostra storia dal ’45 ad oggi. I più continuano ingenuamente a credere che le più di cento basi militari statunitensi che occupano il territorio nazionale dell’Italia servano a proteggerci. Ignorano il fatto fondamentale: quelle basi servono unicamente a garantire che l’Italia resti una colonia al servizio di Washington. Tra l’altro, se il rapporto fosse di alleanza inter pares, l’Italia dovrebbe avere le proprie basi negli Stati Uniti: cosa che ovviamente non è. Perché appunto si tratta del rapporto che lega la madrepatria alla colonia, l’impero alla sua propaggine di servizio. La prima rivoluzione teorica da compiere dovrebbe allora essere il capire che per l’Europa e per l’Italia la minaccia non arriva dalla Russia o dalla Cina ma da Washington e dal suo imperialismo, quello che riduce l’Europa stessa a semplice espressione geografica e ad avamposto dell’imperialismo di Washington. E che puntualmente ci conduce in imprese imperialistiche scellerate e prossimamente forse anche nella guerra mondiale.
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