All’Università di Trento hanno avuto la grande pensata di introdurre quello che viene definito il femminile sovraesteso. In sostanza, con la scusa della lotta contro le discriminazioni hanno introdotto una nuova discriminazione, sia pure di segno opposto: si parlerà genericamente di professoresse e di decane, declinando al femminile i titoli anche per gli individui di sesso maschile. Il mondo al contrario di cui siamo nostro malgrado abitatori continua a esibirsi in tutto il suo splendore, rivelando che il tramonto dell’Occidente messo a tema da Spengler si sta dispiegando in forme niente affatto serie ma palesemente ridicole. Oltretutto, ciò dimostra una volta di più quanto andiamo dicendo da tempo immemore: il femminismo così come viene oggi concepito e praticato non è altro se non un maschilismo di segno opposto, proprio come un cubo rovesciato resta pur sempre un cubo. La discriminazione contro le donne si rovescia così in una discriminazione contro gli uomini, egualmente sbagliata, egualmente deprecabile. Il giusto femminismo sarebbe quello che si battesse acciocché donne e uomini avessero pari dignità e pari riconoscimento. Il femminismo tossico contemporaneo è invece quello che si batte per decretare la superiorità del femminile sul maschile, dunque continuando il maschilismo in forma opposta. La chiamano a tambur battente società inclusiva, ma ogni giorno di più appare una società demenziale che, in nome della lotta contro tutte le discriminazioni, pone in essere nuove orribili discriminazioni. Oltre a ciò, non si dimentichi l’altra questione fondamentale: la società alienata si batte contro tutte le discriminazioni che non siano quelle economiche, che anzi favorisce e potenzia ogni giorno di più. La società dell’arcobaleno nasconde dietro la policromia dei capricci e delle battaglie fintamente inclusive il grigio della società alienata dalle asimmetrie sempre crescenti. Finge di cercare la giustizia, proprio quando non fa che rinsaldare le ingiustizie coessenziali all’ordine capitalistico, che sono ovviamente ingiustizie di ordine sociale ed economico. Il nostro tempo ha abdicato all’idea della rivoluzione sociale e politica per consegnarsi alle ridicole rivoluzioni linguistiche, alle patetiche insurrezioni dell’asterisco e alle caricaturali rivolte dello schwa. Fa di tutto per dirottare lo sguardo rispetto alla contraddizione principale, che ovviamente è la contraddizione sociale ed economica a suo tempo messa in evidenza da Marx e dalla sua scuola. La sinistra stessa, come sappiamo, è diventata già da tempo sinistrash dell’arcobaleno, nemica di Marx e delle classi lavoratrici: l’immagine che meglio ne identifica l’essenza è quella di Che Guevara con il rossetto.
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