Così si è rivolto in questi giorni all’Italia il signor Kluge (Oms Europa): “Italia non aderirà a Green pass? Ci rifletta bene”. L’affermazione presenta nemmeno troppo obliquamente il retrogusto della minaccia. Come sappiamo, per ora, e sottolineo per ora, l’Italia si è opposta all’introduzione del Green pass globale o, come meglio sarebbe dire, dell’infame tessera verde planetaria. Cosa che naturalmente non è affatto piaciuta all’organizzazione mondiale della sanità, che infatti adesso manifesta in modo plateale il proprio dissenso per il tramite della dichiarazione semiminacciosa da cui abbiamo preso ora le mosse. Personalmente, e spero di cuore di sbagliarmi, sono convinto che l’Italia farà presto retromarcia e si adatterà cadavericamente, come del resto è solita fare in ogni ambito. Chi vivrà vedrà. Il punto su cui richiamare l’attenzione però mi sembra un altro: come volevasi dimostrare, e come noi stessi abbiamo ampiamente argomentato nel nostro studio “Golpe globale. Capitalismo terapeutico e grande reset”, le misure introdotte per contrastare l’emergenza finiscono per sopravvivere all’emergenza stessa e per mutarsi in nuova normalità o, più precisamente, in nuovo metodo di governo neo-liberale delle cose e delle persone. Ciò lascia sorgere il più che legittimo sospetto che l’emergenza sia stata solo l’alibi per introdurre misure che senza l’emergenza non si sarebbero potute facilmente introdurre e che in ogni caso hanno una chiara curvatura politica di tipo autoritario e liberticida. Detto altrimenti, l’inaccettabile nella normalità diviene l’inevitabile nell’emergenza. Per quel che concerne l’infame tessera verde, l’abbiamo ripetuto ad nauseam: essa figura come uno strumento di discriminazione, ma poi anche come un mezzo biopolitico di controllo sopra e sotto la pelle dei cittadini ridotti a sudditi. Non in ultimo, pone in essere il dispositivo della libertà autorizzata tramite QR code: ma una libertà autorizzata semplicemente non è più una libertà, essendo invece una gentile concessione sempre revocabile del potere.
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