Sta facendo molto discutere la vicenda dell’esponente sabaudo delle sinistre libereral-atlantiste, Piero Fassino. Questi è stato recentemente accusato di aver rubato un profumo dal valore di circa 100 euro nel negozio dell’aeroporto di Roma Fiumicino. A tutta prima, la notizia aveva dell’incredibile e francamente appariva surreale: Piero Fassino, benché le sue idee politiche liberal siano decisamente distanti dalle nostre almeno quanto Marte da Plutone, ci era sempre sembrato un uomo probo e integro, direi quasi un politico della vecchia scuola. Certo alcune sue uscite erano davvero surreali, come quando disse a Beppe Grillo che se si sentiva politicamente forte doveva fondare un partito e dimostrare le sue capacità. Non l’avesse mai detto! Sembrava dunque dovesse esserci necessariamente un errore in relazione all’accusa mossa al deputato sabaudo. Lo stesso Fassino aveva respinto tutte le accuse, portando argomenti abbastanza precisi. E però poi la vicenda è andata complicandosi, dato che coloro i quali lo hanno accusato hanno altresì spiegato che Fassino non era nuovo a questa particolare “attività di sottrazione”: infatti, gli accusatori hanno spiegato che ci sono dei precedenti del medesimo tipo, come riportato da tutti i principali organi di informazione italiana. Fassino ha continuato a proclamarsi innocente. Personalmente continuo a ritenere davvero assurdo che un politico del calibro di Fassino possa davvero compromettere la propria credibilità rubando un profumo da 100 euro. Perché mai Fassino avrebbe dovuto compiere un simile gesto? Per cleptomania? Staremo dunque a vedere come si svilupperà la faccenda e speriamo francamente che si sia trattato solo di uno spiacevole errore. Se però, come non speriamo, le accuse dovessero risultare fondate, allora si dovrebbero fare davvero delle considerazioni interessanti. In primo luogo, il vecchio esproprio proletario di comunistica memoria si è oggi trasformato in esproprio di profumi Chanel? In secondo luogo, vi è una vecchia foto che ritrae l’uno accanto all’altro Piero Fassino ed Enrico Berlinguer, il teorico della “questione morale”. Ecco, se le accuse contro Fassino dovessero risultare fondate, come non spero accadrà, quella foto guadagnerà ex post davvero un significato particolare e tragicomico. In terzo luogo, se le accuse dovessero essere confermate, come non spero che sarà, la vulgata che abbina con automatico riflesso la politica italiana al furto troverà nuovi argomenti per sostenersi. Vedremo dunque quali saranno gli sviluppi, e per parte nostra continuiamo ad ammettere di faticare davvero a credere che Piero Fassino possa aver commesso simili gesti.

(Visualizzazioni 33 > oggi 1)

Di admin