Fin dai testi giovanili, con una sensibilità e una raffinatezza destinate a essere incrementate nelle elaborazioni categoriali successive, Hegel è convinto che la “bestia selvatica” del mercato capitalistico, come egli la appella nella fase jenese, debba essere incorporata nella dimensione dell’etica borghese e comunitaria: qualora a prevalere fosse la “bestia selvatica”, ne scaturirebbe l’“ateismo del mondo etico” e, con esso, la “tragedia nell’etico” della dissoluzione della comunità solidale nel sistema dell’atomistica concorrenziale per monadi (le “plebe” studiata da Hegel in relazione all’Inghilterra).
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