Emma Bonino, liberale, liberista, libertaria, filoamericana e filosionista a oltranza, l’esponente di spicco, in Italia, del partito della “guerra umanitaria” e dell'”ingerenza democratica” contro gli Stati ribelli al nuovo ordine del caos capitalistico globalizzato, nuovo leader della “sinistra” a “sinistra” del PD?… Un ticket “Pisapia-Bonino” per i dalemiani?
La soluzione più conseguente a tutto ciò che la storia politica della sinistra ha rappresentato da un quarantennio e passa a oggi. Mostruoso, certo! Ma anche “normalissimo”. Pisapia e Bonino, infatti, pur provenendo uno da Rifondazione Comunista e l’altra dal Partito Radicale Transnazionale, la pensano allo stesso modo su tutto, dal ruolo politico della new global middle class come ceto culturalmente portante del capitalismo contemporaneo fino al sostegno, incondizionato, dell’Italia alle politiche sorosiane di esportazione all’estero della “società aperta” e di importazione, nel Paese, di migranti e mode pseudo-culturali americane. “Pisapia-Bonino” = partito della mobilità surmoderna e della open society! Ovvero, la sinistra del capitale allo stadio PURO e ULTIMO.
PS nel mio libro “L’immagine sinistra della globalizzazione. Critica del radicalismo liberale” (Zambon, 2016) trovate raccontata, tra l’altro, l’intera vicenda storica concernente l’intreccio politico-antropologico, in Italia, tra radicali e comunisti piccisti (e pospiccisti), dalle origini e fino agli ultimi, tragicomici, sviluppi.
(PAOLO BORGOGNONE)
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