È tornato a farsi sentire Roberto Speranza, il ministro dal sempre lucido sguardo. Non che avvertissimo particolarmente la mancanza della sua voce, a dire il vero. Speranza ha apertamente detto che il sistema sanitario nazionale si trova al collasso. Non una riflessione particolarmente originale, anche in questo caso. Che a furia di decurtazioni improvvide il sistema sanitario nazionale sia al collasso lo sappiamo da tempo e non è certo una novità. Forse Roberto Speranza lo ha scoperto solo ora. Meglio tardi che mai, va detto. La vera domanda da porre semmai è perché, data questa condizione tragica del sistema sanitario, nessun governo di destra, di centro o di sinistra faccia nulla per invertire la rotta. E per rimettere al centro, come sarebbe giusto fare, la sanità pubblica, finanziandola adeguatamente e ponendola nelle condizioni di funzionare a pieno regime. Sappiamo bene che il sistema sanitario è stato sciaguratamente depotenziato ininterrottamente negli ultimi vent’anni, poco importa se vi fossero al governo le destre o le sinistre, che anche in questo caso si sono rivelate perfettamente sovrapponibili in quanto ugualmente esperimenti l’ordine della globalizzazione neoliberale e privatizzatrice. La domanda che abbiamo posto risulta tanto più urgente, se si considera che i padroni del discorso vanno senza tregua ripetendo che presto arriverà una nuova emergenza pandemica, chiamata genericamente pandemia X. Se e quando arriverà, ci riproporranno le ricette già sperimentate e incardinate sui confinamenti domiciliari coatti e sulle infami tessere verdi? L’abbiamo detto più volte e lo ripetiamo anche ora: se la precedente pandemia ha avuto un impatto tanto disastroso, ciò è dipeso non secondariamente dallo stato disastrato del sistema sanitario nazionale, che non è stato adeguatamente in grado di assorbire i malati e di fornire loro adeguate cure. Perché, dunque, si continuano a sprecare danari con banchi a rotelle e armi all’Ucraina del guitto Zelensky, quando si potrebbero e si dovrebbero più opportunamente destinare alla sanità pubblica?
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