È stata recentemente avanzata la proposta di legge che prevede l’eliminazione dell’obbligo di esporre nei locali pubblici istituzionali il vessillo dell’Unione Europea. La proposta è stata con entusiasmo reclamizzata sulle reti social dal senatore leghista Claudio Borghi, da sempre in prima linea nella battaglia contro l’Unione europea e la moneta unica detta euro. Secondo tale proposta di legge, non dovrebbe più essere obbligatorio esporre nei locali pubblici istituzionali il vessillo dell’Unione Europea accanto al tricolore nazionale e, in compenso, si potrebbe esporre il vessillo della regione di riferimento. Ora, non posso che essere favorevole personalmente a questa proposta di legge, poiché da tempo vado sostenendo che l’Unione Europea non è altro se non la negazione dell’idea e della storia dell’Europa. Di più, in estrema sintesi, sostengo da tempo immemore che l’Unione Europea non è altro che l’unione delle classi dominanti europee contro le classi lavoratrici, i popoli e i ceti medi d’Europa. Insomma, l’Unione Europea rappresenta il culmine di una riorganizzazione verticistica del capitalismo realizzatasi dopo il 1989. Mi punge però vaghezza di evidenziare come questa proposta sia ben poca cosa, a onor del vero, rispetto alle sbandierate, per rimanere in tema, proposte di uscita dall’Unione Europea e dall’euro, proposte che purtroppo attualmente sembrano essersi arenate e non vengono quasi mai nemmeno più menzionate. Detto altrimenti, mi pare cosa giusta e buona rimuovere l’obbligo di esposizione del vessillo dell’Unione Europea ma non vorrei che questo fosse solo un contentino rispetto alla proposta, che mi pare ad oggi accantonata, di uscire dall’Unione Europea e dall’euro. Come ho più volte evidenziato, il recupero della piena sovranità nazionale in chiave sia politica, sia economica, sia monetaria rappresenta la condizione necessaria anche se non sufficiente per la riconquista della democrazia. Non può infatti esservi sovranità popolare in assenza dello Stato sovrano nazionale Ed è proprio rimuovendo la sovranità dello Stato nazionale che gli araldi dell’aristocrazia finanziaria hanno gradualmente decostruito le sovranità popolari in Europa. Insomma, va bene togliere la bandiera dell’Unione Europea ma deve essere non già un traguardo ma semplicemente un primo passo verso l’uscita dell’Italia dall’Unione Europea e dall’euro. Il costrutto neoliberale dominante si fonda proprio sulla rimozione della sovranità dello Stato nazionale e dunque della sua possibilità di intervenire keynesianamente nelle questioni economiche e politiche.
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