Ha recentemente detto il presidente ungherese Orban che la UE è ora a pochi centimetri dalla distruzione. Lo ha asserito in relazione a quel che sta accadendo con la guerra in Ucraina, dove l’Unione Europea sta sempre più spostando il baricentro dalla difesa all’attacco, ormai apertamente esortando Kiev a usare le armi contro la Russia di Putin. La Germania ad esempio già ha dato il via libera all’impiego delle armi date all’Ucraina per attaccare direttamente la Russia. La stessa strategia narrativa della NATO si è radicalmente modificata nei giorni scorsi: non si parla più genericamente di difesa dell’Ucraina ma palesemente si mette a tema l’attacco alla Russia di Putin. Stoltenberg, segretario della NATO, ha detto che per difendersi occorre ora compiere un contrattacco contro la Russia. Non può sfuggire il registro narrativo orwelliano, per cui la guerra è pace e l’attacco è difesa. Qualunque cosa si pensi di Orban e del suo operato, in questo caso non è possibile non essere d’accordo con le sue parole: con questa strategia folle, l’Unione Europea sta correndo verso l’abisso, se già non vi sta precipitando. Come non ci stanchiamo di ripetere, l’Europa avrebbe dovuto svolgere la parte di baluardo della diplomazia e della promozione della pace e invece, ancora una volta tradendo se stessa, ha sciaguratamente scelto la via del bellicismo, come del resto le viene imposto dal padrone a stelle e strisce, rispetto al quale l’Europa stessa non è se non una colonia senza dignità. Orban ha, questa volta, perfettamente ragione: siamo a pochi centimetri dal disastro o forse, peggio ancora, ci siamo già del tutto dentro. Dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che questa non è se non la guerra dell’imperialismo americano contro la Russia; guerra che finora ha utilizzato il guitto Zelensky come marionetta ma che ora si sta direttamente configurando come guerra tra l’occidente e Putin.

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Di admin