“Si può amare più di una persona? Si possono avere più partner senza gelosie né menzogne?”. È a siffatte domande che provano a rispondere Franklin Veaux ed Eve Rickert nel loro libro programmatico intitolato “Più di due”. Il tema portante è il cosiddetto “poliamore”, parola che non è tratta da 1984 di Orwell (potrebbe esserlo, in effetti), ma che allude alle nuove figure dell’eros à la page nella società postmodernizzata e postborghese: nei cui spazi senza frontiere, in cui vige la norma del “sempre oltre” e della violazione di ogni inviolabile, perfino la vecchia relazione duale e borghese tra uomo e donna è superata a beneficio di quelli che Bauman ebbe a definire gli usi postmoderni (e non convenzionali) dell’eros. Così leggiamo sulla quarta di copertina del saggio di Franklin Veaux ed Eve Rickert: «Hanno fatto il punto su vent’anni di poliamore, considerando esperienze e storie di vita, elaborando teorie nuove e scrivendo il manuale 2.0 sul poliamore! Negli ultimi anni tante persone hanno scoperto il poliamore come un’opzione legittima e auspicabile per condurre le proprie relazioni; questa guida ci racconta come raggiungere l’obiettivo da un punto di vista psicologico e pratico». Nulla di cui meravigliarsi, dunque! Per una società che intende e pratica la libertà sempre e solo come liberalizzazione illimitata dei costumi e dei consumi, il poliamore è l’ovvio e necessario approdo per le nuove generazioni postborghesi e open mind. E guai a quanti dissentiranno, magari richiamandosi alle vecchie e noiose relazioni eterosessuali di coppia! Costoro – omofobi, sessisti, paternalisti e trogloditi nell’animo – dovranno essere rieducati a una postura autenticamente cosmopolita.

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