Sta facendo molto discutere il murales a Roma dedicato a Michela Murgia. L’opera, dedicata alla scrittrice e attivista arcobaleno scomparsa il 10 agosto del 2023, è ancora in fase di realizzazione “su progetto di Arcigay”, ha spiegato il capogruppo del Pd in consiglio municipale, Claudio Poverini. Da un lato, non possiamo che essere felici che, in un tempo in cui sembra che si presti attenzione solo ai calciatori, venga consacrato un murales a una scrittrice. Dall’altro, ci pare decisamente discutibile la scrittrice scelta per il murales. Con tutto il rispetto per la compianta Michela Murgia, che ci ha lasciati troppo presto, ci riesce davvero difficile immaginare che la sua modesta statura intellettuale possa essere tale da giustificare la produzione di un murales agiografico. Di solito, vengono dedicati ai classici e ai fuoriclasse della letteratura. E, sempre con tutto il rispetto dovuto, non è il caso della Murgia. Il cui “merito”, sul piano intellettuale, sembra essere stato principalmente quello di aver cavalcato l’onda dello spirito del tempo omologato, abbracciando tutte le principali battaglie favorite dalla globalizzazione neoliberale. Dalle battaglie dei capricci di consumo arcobaleno per classi abbienti all’antifascismo in assenza di fascismo che tanto piace ai padroni del discorso e alla classe capitalistica transnazionale. Proprio come il bardo cosmopolita Roberto Saviano, Michela Murgia ha rappresentato in maniera plastica e perfetta l’idea dell’intellettuale organico alla classe dominante, nella variante fintamente oppositiva: il potere neoliberale infatti si giustifica non solo con intellettuali che lo celebrano a tambur battente (la schiera dei pangloss che ripetono che viviamo nel leibniziano migliore dei mondi possibili), ma anche e forse soprattutto con intellettuali che sembrano incarnare istanze di critica e di opposizione; istanze che però, se analizzate in trasparenza, risultano del tutto funzionali all’ordine dominante nella misura in cui si oppongono soltanto a tutto ciò che ancora contrasti con detto ordine. Ad esempio, i capricci arcobaleno di consumo per cui la Murgia si è battuta con tanta vigoria rappresentano al meglio la battaglia che la società del consumismo neoliberale conduce acciocché trionfi su tutto il giro d’orizzonte l’ordine del libero costume e del libero consumo. E che dire poi dell’antifascismo in assenza di fascismo? A differenza dell’antifascismo eroico di Gramsci in presenza di fascismo, il patetico antifascismo in assenza di fascismo svolge oggi la funzione di santificazione della società di mercato, presentata come democrazia da difendere rispetto a ogni possibile trasformazione, subito identificata ideologicamente con il ritorno del fascismo. Insomma, con il massimo rispetto per Michela Murgia, ci sembra che un murales a lei dedicato sia decisamente troppo. E che questa scelta possa liberamente intendersi come l’ennesima celebrazione che le viene tributata dall’ordine dominante, a cui ella era perfettamente organica.

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Di admin