Caldeggio vivamente a quanti ancora abbiano a cuore le proprie radici spirituali e culturali di evitare oculatamente la festa globalista delle zucche animate oggi impostaci con l’usuale imperialismo simbolico dai signori mondializzatori apolidi e dal clero dell’industria culturale di accompagnamento.
Per una volta, adoperiamoci contro le zucche vuote, di modo che anche le nostre non vengano svuotate dal ritmo onniavvolgente del turbocapitalismo sans frontières che sta devitalizzando le nostre radici più profonde per renderci homines vacui, meri consumatori deterritorializzati e senza residua coscienza infelice. Io, mel mio piccolo, dedicherò la mia serata alla lettura di Aristotile.
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