Il direttore del rotocalco turbomondialista “La Repubblica”, Maurizio Molinari, ha recentemente avuto occasione di asserire che “Russia, Cina e Corea del Nord assediano le democrazie occidentali”. Se fosse una fiction, in stile hollywoodiano, potrebbe anche essere plausibile e magari anche di successo. Ma così non è, in quanto Molinari pretende di descrivere la realtà così com’è. E però ne inventa una parallela, a uso e consumo della plutocrazia neoliberale a base imperialistica dell’occidente, anzi dell’uccidente a trazione atlantista. Come gli autoproclamati professionisti dell’informazione possano spingersi a un tale grado di ideologia resta un enigma. Quel che è certo, almeno a mio giudizio, è che essi finiscono realmente per persuadersi dell’ideologia di cui sono portatori. L’ideologia, scriveva Marx, non è altro se non la falsa coscienza necessaria con cui i gruppi dominanti giustificano sul piano superstrutturale il proprio dominio, presentandolo come giusto, necessario e universalmente buono. Ed è questo il caso della fumettistica narrazione proposta da Maurizio Molinari. Narrazione che oltretutto appare propagandistica e irreale sotto due profili. Per un verso, Molinari applica disinvoltamente la categoria di democrazia all’occidente, lasciando intendere che esso soltanto possa essere insignito di questo titolo e che tutto ciò che occidente non è debba essere liquidato in blocco come dittatura, totalitarismo, terrorismo e così via. Problematico non è soltanto liquidare come non democratico l’intero mondo non occidentale, ma anche celebrare come democratico l’occidente, considerato che quest’ultimo sempre meno presenta la fisionomia di una democrazia compiuta e sempre più rivela la silhouette di un totalitarismo economico con imperialismo incorporato, vuoi anche di una plutocrazia neoliberale a base imperialistica. Il secondo tratto grottescamente ideologico della narrazione di Molinari riguarda il fatto che, a suo giudizio, l’occidente sarebbe sotto assedio e non sarebbe invece esso stesso l’assediante. Sarebbe d’uopo domandare placidamente a Maurizio Molinari dove e quando l’occidente sia stato posto “sotto assedio” negli ultimi trent’anni. Forse che era sotto assedio l’occidente atlantista nel 1999 quando copriva la Serbia di missili democratici e di bombe intelligenti? E lo era nel 2011 quando aggrediva la Libia di Gheddafi, colpevole di proporre una via africana indipendente dall’occidente? E nel caso dell’Iraq di Saddam Hussein, invaso con il pretesto dell’inesistenti armi di distruzione di massa? Quando, di grazia, l’occidente è stato assediato e non assediante negli ultimi trent’anni? Conosco piuttosto bene la narrazione di Maurizio Molinari, non fosse altro che per il fatto che essa è quella oggi imperante: narrazione che prevede il fatto che la Russia sia l’invasore e l’Ucraina l’invaso. Di tale narrazione la storia reale non sa alcunché: infatti, quella che stiamo vivendo, con buona pace di Molinari e degli altri araldi del pensiero unico geopoliticamente corretto, è la guerra della NATO e dell’uccidente contro la Russia di Putin, colpevole di non piegarsi al nuovo ordine mondiale a stelle e strisce; guerra principita fin dagli anni novanta, quando, crollata l’Unione Sovietica, l’occidente a trazione atlantista prese ad allargarsi imperialisticamente negli spazi postsovietici.

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