Come sappiamo, la vittoria Maduro alle elezioni venezuelane recenti ha generato turbolenza e scontento presso i pretoriani dell’ordine mondiale liberal-atlantista. Che da subito hanno mobilitato la loro scontatissima narrazione secondo cui vi sarebbero stati i brogli elettorali in Venezuela, come del resto sempre accade, a giudizio dell’occidente, anzi dell’uccidente liberal-atlantista, quando a vincere le elezioni sono forze e partiti che non hanno giurato fedeltà al nuovo ordine mondiale che ha per capitale Washington, per moneta il dollaro e per visione del mondo quella mercatista. Ma Washington non si accontenta di gridare ai brogli e di non riconoscere come valida l’elezione del presidente Maduro. E ora precisa minacciosa quanto segue: “non escludiamo nulla per il futuro”. Che equivale ad ammettere più o meno apertamente che, all’occorrenza, sarà possibile per la civiltà dell’hamburger intervenire direttamente in Venezuela per rovesciare Maduro e istituire l’ordine desiderato, e cioè per insediare un governo fantoccio totalmente prono ai desiderata del global-liberismo a base imperialistica. Si tratta di un canovaccio che, dal 1989, abbiamo visto molte volte ripetersi (in realtà già dal 1973, con l’infame golpe Pinochet): la civiltà del dollaro crea la narrazione tesa a demonizzare il governo disallineato, presentandolo come dittatoriale e nemico dei diritti umani, per poi poterlo aggredire con il consenso dell’opinione pubblica millimetricamente manipolata. In tal guisa, l’aggressione imperialistica viene nobilitata come esportazione della democrazia e dei diritti umani. Accadrà anche questa volta con il Venezuela tutto questo? Non lo sappiamo, ma sappiamo che Washington ha già apertamente ammesso di essere pronta a farlo. E sappiamo anche che tanta acredine e tanto livore nei confronti di Maduro da parte della talassocrazia a stelle e strisce rivela che il Venezuela sta procedendo nella giusta direzione, secondo una traiettoria ostinatamente contraria al nuovo ordine mondiale liberal-atlantista.
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