Continua senza tregua l’evaporazione del Cristianesimo propiziata dalla civiltà della Tecnica e del capitalismo, civiltà che, come non ci stanchiamo di sottolineare, non solo non necessita del sacro e della trascendenza, ma ha bisogno del loro annichilimento. In un mondo in cui tutto deve essere disponibile per il fare tecnico e deve altresì essere riducibile alla forma merce, nulla può sopravvivere di sacro e di trascendente. La violazione di ogni inviolabile figura come uno dei capisaldi del disordinato ordine tecnocapitalistico. Come sempre, la neochiesa liberal-progressista e smart di Bergoglio non oppone resistenza a questi processi, ma li favorisce essa stessa con zelo e solerzia. E così il pensiero unico politicamente corretto diventa al tempo stesso teologicamente corretto. Una prova ulteriore della teologia del nulla e della religione nichilista di Bergoglio l’abbiamo avuta nei giorni scorsi, quando nella sua enciclica egli ha discettato dei panzerotti pugliesi, elaborando una sorta di grottesca teologia del panzerotto: più facile, in effetti, che Bergoglio parli di panzerotti pugliesi che di sacertà e di trascendenza. Come se non bastasse, nei giorni scorsi Bergoglio ha precisato che gli italiani non fanno più figli e che, dunque, “servono gli immigrati”, secondo il virgolettato riportato da ansa.it. Che gli italiani non facciano più figli è indubbiamente vero, ma questo dovrebbe essere un motivo per esortare lo Stato a favorire la famiglia con adeguati sussidi e con apertura di prospettive sul futuro. E invece no, Bergoglio, come un qualsivoglia appartenente alla global class turbocapitalistica, spiega che servono i migranti. Oltretutto, non sfugga l’inequivocabile espressione utilizzata, “servire”: come se appunto non si trattasse di persone aventi dignità in sé e per sé, ma di “risorse” (così li chiama da tempo la neolingua) che servono a qualcuno o a qualcosa. A cosa e a chi servano l’abbiamo peraltro già capito da tempo: servono alla classe dominante transnazionale per avere braccia a basso costo con le quali oltretutto abbassare in generale le condizioni delle classi lavoratrici sia autoctone sia migranti. Insomma, come non ci stanchiamo di ripetere l’immigrazione di massa figura come un’arma nel conflitto di classe utilizzata dall’alto contro il basso, dal signore contro il servo. Ciò ci permette di ribadire quel che senza tregua diciamo da tempo: i nostri nemici non sono i migranti, ma i padroni del turbocapitale, coloro i quali sfruttano i migranti e gli autoctoni in un conflitto di classe che si fa ogni giorno più spietato. Di tutto questo ovviamente non vi è traccia nelle parole di Bergoglio, che si limita a ripetere il ritornello dell’apertura delle frontiere, ritornello in forza del quale la sinistra neo-liberale e la neochisa postcristiana santificano il dominio di classe della destra finanziaria sans frontières.
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