La Siria è letteralmente nel caos in queste ore. Le truppe dell’isis la stanno mettendo a ferro e fuoco. E vi è il concretissimo rischio di una caduta del governo, mediante un rovesciamento operato dai terroristi dell’isis. Russia, Cina e Iran stanno saldamente dalla parte del presidente Assad, ma non l’occidente, anzi l’uccidente liberal-atlantista: quest’ultimo non perde occasione per stare dalla parte sbagliata, magari non supportando direttamente l’isis, ma sicuramente ostentando stabilmente la propria idiosincrasia per il presidente Assad, colpevole di resistere all’imperialismo made in USA e di far valere la sovranità della propria nazione. Sono diversi anni ormai che, con cadenza regolare, si tenta da più parti di rovesciare il governo di Assad, talvolta anche con metodi già sperimentati in altre occasioni: ricordate quando si disse che in Siria venivano utilizzate armi non convenzionali, proprio come lo si era detto in relazione all’Iraq, aggredito con questo pretesto e ricondotto sulla via della liberalizzazione di marca occidentale? Per parte nostra, non abbiamo alcun dubbio: dobbiamo auspicare che Assad resti dov’è e che continui a governare la Siria, mantenendola al sicuro dalle mire espansionistiche di un uccidente che vorrebbe renderla semplicemente una colonia di Washington tra le tante. La strategia uccidentale resta sempre la medesima: criminalizzare ideologicamente e propagandisticamente chiunque non si pieghi a Washington, per preparare l’opinione pubblica all’aggressione e al rovesciamento del paese in questione, qualificato come rogue state, ossia come stato canaglia, di modo che l’intervento imperialistico occidentale possa contrabbandarsi come intervento umanitario di esportazione della democrazia e dei diritti. A stupire non è tanto che questa pratica ignobile torni puntualmente a ripetersi, ma è il fatto che i più continuino a bersela come se nulla fosse.
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