Al festival politico di Fratelli d’Italia, chiamato Atreju, dal nome del protagonista del celebre libro poi trasformato in pellicola “La storia infinita”, si è esibito sul palco anche il presidente argentino Milei. Così leggiamo sul “Corriere della sera”: “Javier Milei, il presidente argentino ad Atreju: «Le ricette tradizionali della politica hanno fallito, le mie funzionano»”. Per “ricette tradizionali della politica” Milei intende soprattutto il sistema welfaristico, che egli ha prontamente smantellato in nome del fanatismo del libero mercato concorrenziale. La nota immagine di Milei con la motosega in mano sembra rappresentare perfettamente il suo modus operandi e, più precisamente, il suo rapporto con i diritti sociali. Come ricordato, egli li sta smantellando impietosamente, portando avanti il nefando programma delle liberalizzazioni e delle privatizzazioni in Argentina. Per darne un inquadramento generale ma, non di meno, preciso, Milei rappresenta al meglio l’integralismo neo-liberale con annessa adesione fanatica all’imperialismo a stelle e strisce. Il peggio che possa esservi, a nostro giudizio. Il fatto che Milei sia stato invitato da Fratelli d’Italia e, soprattutto, sia stato accolto in pompa magna quasi con una ovazione deve fare riflettere: la destra bluette di Giorgia Meloni viene spesso stoltamente definita neofascista, quando in realtà si tratta semplicemente di una destra ultraliberista e ultraimperialista che non ha nulla a che fare con il fascismo mussoliniano. Tempo addietro, a un giornale spagnolo che, nell’intervistarmi, mi chiese se con la Meloni era tornato il fascismo in Italia risposi icasticamente: molto peggio, è arrivato il neoliberismo estremo. Neoliberismo estremo che, a mio giudizio (lo dico da allievo di Marx e di Gramsci), riesce a essere decisamente peggiore perfino del fascismo mussoliniano, che, al netto delle molteplici malefatte che certo non possiamo dimenticare, aveva se non altro il senso dello stato sociale e non si identificava certo nel vangelo del libero mercato cosmopolitico. Con ciò non intendo riabilitare il fascismo, ma solo affermare che il governo di Giorgia Meloni riesce ad essere perfino peggiore. La verità è che in Italia abbiamo al tempo stesso la peggior sinistra possibile e la peggior destra possibile: una vergognosa sinistra fucsia neoliberale e imperialistica e una vergognosa destra bluette ugualmente neoliberale e imperialistica. Le quali, al di là della loro contrapposizione fittizia, condividono appieno il medesimo programma, quello della civiltà del mercato centrata sull’imperialismo di Washington. Siamo da tempo entrati nell’evo del Partito Unico fintamente articolato del capitale.

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Di admin