«L’élite turbobancaria si appropria rapinosamente dei beni reali della società. Contrappone alle classi che vivono del proprio lavoro il proprio dominio finanziario fondato sulle nuove figure del capitale usuraio e bancocratico. Per questo motivo, risultano verba ventis le speranze delle “anime belle” che vorrebbero riformare il sistema bancario, tassandolo e regolamentandolo: il problema nodale riguarda, infatti, la soppressione integrale del potere delle banche private di creare dal nulla danaro in quantità (e in modalità) illimitate. Per esprimerci con un’immagine balistica, non è sufficiente chiedere a chi punta il fucile contro il precariato di limitarsi nel suo impiego e di usarlo con maggiore benevolenza: occorre, invece, disarmarlo, acciocché non possa più strutturalmente colpire i dannati della globalizzazione».
(Visualizzazioni 1 > oggi 1)