Libri di Diego Fusaro
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Non v’è dubbio: l’Unione Europea, insieme al guitto di Kiev, è la grande sconfitta della guerra d’Ucraina. Vladimir Putin, presidente russo, e Donald Trump, il codino biondo che fa impazzire il mondo, hanno già deciso autonomamente che la guerra in Ucraina deve finire. Non si tratta tanto – si badi – di una presunta bontà di Trump, ma semplicemente del suo onesto e d’altro canto inaggirabile riconoscimento del fatto che la Russia non può essere battuta e che dunque conviene scendere a più miti consigli e seguire la via della trattativa. L’avevamo detto da subito e del resto non era poi nemmeno troppo difficile prevederlo. L’Unione Europea non ci sta e adesso prova a fare la voce grossa, coprendosi ancora una volta di ridicolo: gli euroinomani delle brume di Bruxelles, che in fondo stanno prendendo atto dell’irrilevanza assoluta dell’Unione Europea, provano a perorare fino alla fine le ragioni peraltro inesistenti della guerra e del guitto di Kiev. Anziché accogliere con favore la fine della guerra, difendono a oltranza le surreali ragioni della sua continuazione, con buona pace del logoro ritornello secondo cui l’Unione Europea ci proteggerebbe dalle guerre (una delle tante menzogne fondative del tempio vuoto di Bruxelles). Le sinistre fucsia neoliberali e le destre bluette neoliberali in Europa sono ancora una volta unite nel sostenere la parte sbagliata della storia, difendendo a ogni costo l’indifendibile, vale a dire la guerra in Ucraina e le ragioni del guitto Zelensky, attore Nato, ormai simile ai burattini di Mangiafuoco gettati nelle fiamme poiché ormai inservibili. Abbiamo sentito e letto alcuni dei protagonisti della galassia degli euroinomani e degli austerici di Bruxelles avventurarsi in ridicoli elogi sperticati del guitto di Kiev, innalzato a eroe della democrazia e della libertà, lui che ha chiuso i partiti di opposizione, ha imposto il canale televisivo unico e ha perseguitato la chiesa ortodossa, per non tacere poi del fatto del suo rapporto con il battaglione neonazista Azov. L’Unione Europea si riempie goffamente la bocca di valori in riferimento all’Ucraina, e lo stesso Mario Draghi, l’unto dai mercati, ha precisato che solo se unita intorno ai suoi valori fondanti l’Unione Europea potrà affrontare le sfide del presente: ma quali sarebbero codesti valori fondanti dell’Unione Europea? Competitività e finanza, arcobaleno e nichilismo della cancel culture? La verità, non detta perché non dicibile, è che l’Unione Europea sta miserabilmente affondando, con una morte che più che tragica appare irrimediabilmente ridicola. E che ricorda fin troppo da vicino quella della rana scoppiata nel gonfiarsi all’eccesso per imitare la grandezza del bue di cui racconta Esopo.