Libri di Diego Fusaro

Nei giorni scorsi, la vestale del neoliberismo, la sacerdotessa dei mercati finanziari apatridi Ursula von der Leyen ha pubblicamente asserito che l’Unione Europea si riconosce pienamente nei valori del Talmud, che debbono anzi essere intesi come fondativi del costrutto tecnocratico di Bruxelles. Si tratta di una dichiarazione apparentemente spaesante e priva di ogni logica, ma che in realtà presenta un senso profondo, come subito chiariremo: per dirla con l’Amleto di Shakespeare, vi è del metodo in questa follia. Anzitutto non passi inosservata la contraddizione di base: l’Unione Europea ha sempre fatto di tutto per negare il riconoscimento delle radici cristiane nella propria costituzione e nel proprio impianto e ora afferma bellamente, per bocca della sacerdotessa dei mercati apolidi, di riconoscersi nel Talmud. Curioso paradosso, in effetti, per una realtà, quella dell’Unione Europea, che di tutto sta facendo per annichilire le proprie radici culturali e storiche, trasformando l’Europa stessa in un tempio vuoto che santifica unicamente il nulla della finanza e della Tecnica. Come spiegare allora questo altrimenti inspiegabile riferimento al Talmud? Chiariamo subito che l’Unione Europea, nell’accezione prima chiarita, non ha alcun riferimento reale alla cultura ebraica, come del resto non ne ha alcuno alla cultura cristiana o a quella ellenica, a quella rinascimentale o a quella romantica. Il richiamo al Talmud deve allora essere inteso a nostro giudizio, come l’ennesima sottolineatura sottotraccia del fatto che l’Unione Europea supporta sempre e comunque le politiche imperialistiche di Israele, schierandosi puntualmente contro le sacrosante ragioni del popolo palestinese. Insomma, un richiamo trasversale, utile solo a sottolineare una volta di più l’allineamento integrale dell’Unione Europea all’imperialismo dominante.