Socrate

Pare un dibattito destinato a farsi infinito quello relativo al braccio teso di Elon Musk nel corso della cerimonia di insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump, il codino biondo che fa impazzire il mondo. Le sinistre fucsia ritengono di aver trovato in quel braccio teso la prova provante del fatto che Trump e Musk rappresentano il ritorno del fascismo, peraltro in una nazione – gli Stati Uniti d’America – in cui il fascismo mai v’è stato. Era davvero un richiamo alla simbologia fascista quello di Elon Musk? Sembra difficile riconoscerlo, tanto più se si considera che anche Obama o Kamala Harris sono stati in passato immortalati fotograficamente con il braccio teso, difficilmente per adesione ai canoni fascisti. Come sempre, il discorso della sinistra fucsia neoliberale appare del tutto campato in aria, incapace di fare presa sulla realtà presente. Anche l’ovvio vuole la sua parte: Elon Musk non è un fascista, ma è un liberale estremo, direi quasi un fanatico del neoliberismo. Mercato assoluto, transumanesimo, privatizzazione, liberalizzazione, mercificazione totale del reale e del simbolico, portata fino su Marte: questa la prospettiva del milionario Elon Musk. Qualche tempo fa su X il suo social personale, cinguettava citando con entusiasmo Milton Friedman, il nume tutelare della raison neoliberale. Ancora una volta, il discorso politico dell’epoca contemporanea appare permanentemente falsato mediante la diade di destra e sinistra e soprattutto mediante il mantenimento in vita permanente del fascismo e del comunismo. La destra bluette neoliberale accusa permanentemente la sinistra fucsia neoliberale di essere comunista, e la sinistra fucsia neoliberale accusa senza tregua la destra bluette neoliberale di essere fascista. In realtà, l’una non è comunista e l’altra non è fascista, poiché entrambe sono egualmente liberali e imperialistiche. La carta truccata sta proprio in questo, nell’attribuire oggi al comunismo e al fascismo ogni male possibile disconoscendo il fatto che fascismo e comunismo in Occidente non esistono più e i mali che provengono dal nostro tempo derivano tutti dal liberalismo ormai strutturato come Partito Unico del capitale. Il mio maestro Costanzo Preve utilizzava un’immagine medica alquanto efficace per chiarire questo paradosso: immaginate quel medico che, al cospetto delle patologie, diagnosticasse sempre e comunque la peste, peste retinica a chi ha problemi agli occhi, peste cardiaca a chi ha problemi al cuore, peste polmonare a chi ha problemi ai polmoni, e così via in infinitum. In tal maniera, non si può mai comprendere la reale malattia che affligge il paziente e dunque non la si può mai realmente debellare. Questo discorso, come già dicevo, non vale solo per la sinistra neoliberale, ma anche per la destra neoliberale, se si considera che Donald Trump accusa goffamente Kamala Harris – ultraliberista quanto lui – di essere comunista. Finché non si capirà che oggi la contraddizione principale si chiama capitalismo e che essa sul piano politico si determina come liberalismo, non si uscirà dal circolo vizioso e si continuerà a mantenere viva, in maniera tutt’altro che innocente, la contrapposizione ideologica tra fascismo e comunismo, tra destra e sinistra, senza capire che oggi viviamo nel tempo del Partito Unico del capitale fintamente articolato e che il nemico contro il quale dobbiamo indirizzare le nostre energie teoriche e pratiche coincide appunto con il liberalismo, poco cambia se nella sua veste bluette alla Trump o alla Meloni o in quella fucsia alla Biden e alla Schlein. La forza che rende per ora vincente il capitalismo riposa anche in questo, nella sua capacità di far apparire tutte le sue macroscopiche contraddizioni come se fossero rigurgiti del fascismo e del comunismo, estranei di per sé a un sistema, quello capitalistico appunto, eccellente e degno di essere conservato in eterno. Con il tacito corollario per cui bisogna difendere la società capitalistica, identificata toto genere con la democrazia, dal possibile ritorno del fascismo e del comunismo, dunque più in generale da ogni possibile transizione a società che non siano quella capitalistica.

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