Leggo sul “Secolo XIX”, storico quotidiano ligure, che per Bassetti la nuova giunta regionale sta approntando un incarico da super manager della sanità ligure. Insomma, la nuova giunta rivela subito il proprio posizionamento, per chi ancora avesse dei dubbi naturalmente. Come subito rilevammo, non appena vi furono le elezioni, destra e sinistra, anche in Liguria, rappresentano il medesimo, vale a dire l’ordine liberista e l’aquila con doppia apertura alare del turbocapitalismo sans frontières. Di più, fanno apparire democratico e pluralistico un ordine che tale non è, essendo invece una plutocrazia neoliberale a base plebiscitaria. L’incarico pensato per il medico Bassetti ci pare possa essere letto esattamente secondo questa chiave ermeneutica. E lo diciamo con buona pace dei tanti commoventi militonti e del loro logoro ritornello “se non altro la destra si oppone all’ordine terapeutico”. Con tutta evidenza, destra e sinistra coincidono anche sotto questo riguardo: vale a dire nella difesa dell’ordine terapeutico come si è estrinsecato nei tre anni dell’emergenza passata, dove, in nome della salute e della lotta all’emergenza, i più elementari diritti venivano sospesi. Come più volte abbiamo sottolineato, l’emergenza terapeutica svolgeva la parte di dispositivo bio-politico funzionale all’ordine neoliberale e alla sua ridefinizione del campo politico e sociale, mediante la compressione dei diritti e delle libertà, sempre giustificata in nome della salute pubblica e dell’emergenza connessa. Anche su questo, bisogna sottolinearlo, destra e sinistra non hanno visioni antagonistiche, ma sono portatrici della medesima visione tecnoliberista, coerente con l’ordine dominante di cui si diceva poc’anzi. I più continuano indegnamente a prestarsi a questo ignobile giuoco dell’alternanza senza alternativa posto in essere dalla conflittualità parvente di una destra e di una sinistra che sono duplicazioni del medesimo, vale a dire del Partito Unico del Capitale.

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