Bergoglio torna a colpire nel suo usuale stile. E dice – così leggiamo sui principali quotidiani nazionali – che “sono brutte le suore con la faccia d’aceto”. In passato – come certo non vi sarà sfuggito – aveva anche detto alle religiose di non essere “zitellone”. Con tutta evidenza, si tratta di un linguaggio sotto ogni profilo inappropriato per un papa. E, del resto, Bergoglio Papa non è, per le ragioni che abbiamo chiarito diffusamente nel nostro studio “La fine del Cristianesimo”. Ratzinger infatti non rinunciò mai al munus petrino e, dopo il 2013, rimase papa in sede impedita, conservando il munus senza esercitare il ministerium. Sicché l’elezione di Bergoglio fu, di fatto, un atto nullo. Oltre a non essere papa, Bergoglio si fa latore di posizioni palesemente estranee al cristianesimo e, molto spesso, in contrasto rispetto al suo spirito e alla sua lettera. Sostenendo che sono brutte le suore con la faccia d’aceto, Bergoglio non soltanto impiega un lessico del tutto incongruo rispetto al ruolo che idealmente ricopre (un lessico, diciamolo pure, da influencer dell’internet), ma utilizza categorie estetiche: che senso ha, in effetti, valutare le suore per l’estetica? Non le si dovrebbe valutare per la dedizione all’eterno e alla trascendenza? Secondo quanto abbiamo più volte sottolineato, Ratzinger resistette eroicamente all’evaporazione del Cristianesimo propiziata dalla civiltà della Tecnica, rimettendo al centro la tradizione teologica e filosofica. Bergoglio, per parte sua, favorisce egli stesso detta evaporazione, proponendo una religione del nulla, woodstockiana, scevra di trascendenza e tutta piegata al mundus e all’ordine liberal-progressista. Autrement dit, egli non parla mai del sacro e dell’eterno, occupandosi soltanto di migrazione e di green economy, di populismo e ultimamente anche di estetica delle suore. Il suo è, di fatto, un raddoppiamento del discorso unico della civiltà dei consumi: il politicamente corretto che si fa anche teologicamente corretto. E, in tal guisa, il cristianesimo evapora senza lasciare traccia di sé.
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