Cecilia Sala è stata liberata: era nelle carceri iraniane dal 19 dicembre 2024. Come si suol dire, tutto è bene quel che finisce bene. Non possiamo non essere soddisfatti di questa notizia, che riguarda una nostra connazionale, rientrata in patria sana e salva. Peraltro l’avevamo previsto in tempi non sospetti, quando avevamo sottolineato come la giornalista mainstream del “Foglio” sarebbe stata liberata in tempi rapidi e, tornata in patria, avrebbe occupato in maniera totale la scena pubblica nelle settimane se non nei mesi a venire. Sì, è questo che ci attende: verosimilmente troveremo la giornalista mainstream presente a ogni ora su ogni canale radio e TV a raccontarci quanto è perfido l’Iran teocratico e quanto sia importante occidentalizzarlo il prima possibile, magari secondo il ben noto copione di Washington che abbiamo già visto realizzarsi molteplici volte negli ultimi decenni. Insomma, non è difficile prevedere come il caso Cecilia Sala si convertirà rapidamente in una clava morale contro l’Iran e a favore della occidentalizzazione degli antichi spazi persiani. Comunque, non possiamo non rilevare che, liberando Cecilia Sala, l’Iran ha impartito una bella lezione all’Italia e all’occidente (anzi, all’uccidente), che continua a tenere in carcere Abedini, l’ingegnere elvetico-persiano accusato di terrorismo che però si è sempre dichiarato innocente. Dunque, l’Iran libera Cecilia Sala, ma l’Italia non libera Abedini, almeno per ora. Con ciò è dimostrata una volta di più la falsità della narrazione secondo cui l’occidente sarebbe il regno della democrazia e della libertà. Si tratta di un racconto che, privo di fondamento, costituisce una delle principali ideologie oggi imperanti nel quadro dell’ordine turbocapitalistico. Ne trovate ad esempio una conferma nell’ultimo libro del giornalista Federico Rampini (peraltro uno dei migliori della galassia giornalistica attualmente esistente), “Grazie Occidente”. Il titolo parla già di per sé in maniera chiarissima. A dover essere ringraziata non è per Rampini l’Europa di Platone e di Dante, ma l’occidente di Washington e del suo imperialismo etico con tanto di bombe umanitarie e missili democratici. Uno dei primi capitoli che leggiamo nel libro titola addirittura “Perché possiamo dirci superiori”. Insomma il trionfo dell’ideologia uccidentale.
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