Per la serie: poche idee, ma confuse. Con un tocco di bacchetta magica, i “diritti della persona” vengono liquidati come qualcosa di superato e di vetusto, figlio delle vecchie famiglie non ancora addestrate al progresso neoliberale. L’apice della confusione si ha quando si parla di “abbattimento della differenza di genere”, anziché – come è sacrosanto – di uguaglianza tra i generi: come se per produrre l’uguaglianza bisognasse annullare le differenze e magari imporre la nuova figura dell’individuo unisex indistinto. Bisogna ripartire dalla scuola elementare della saggezza, per citare il vecchio Hegel: la vera uguaglianza non cancella le differenze, ma opera acciocché esse non si dispongano in forma oppressiva e gerarchica. (Visualizzazioni 59 > oggi 1) Tweet Navigazione articoli Conferenza a Rapallo il 2 aprile Ci vediamo il 26 marzo a Parma