« Riguardandomi indietro penso quanto tempo è stato speso inutilmente, quanto ne è andato perduto in aberrazioni, errori, futilità, incapacità di vivere; per quanto l’apprezzassi, quante volte ho peccato contro il mio cuore e il mio spirito, – il cuore mi sanguina. Fratello! Io non sono avvilito e non mi sono perso d’animo. La vita è vita dappertutto, la vita è in noi stessi e non fuori di noi. Accanto a me ci saranno degli esseri umani ed essere uomo fra gli uomini e restarlo sempre, in nessuna sventura avvilirsi o perdersi di animo, – ecco in che consiste la vita, ecco il suo compito. Ne ho preso coscienza. Questa idea è entrata nella mia carne e nel mio sangue. Sì! Veramente! Quella testa che creava, che viveva della vita superiore dell’arte, che aveva coscienza e si era abituata alle supreme esigenze dello spirito, quella testa è già stata tagliata via dalle mie spalle. Sono rimaste la memoria e le immagini da me create e non ancora realizzate. Esse mi bruciano, è vero, come una piaga! Ma in me è rimasto il cuore e quella carne e sangue che anche può amare e soffrire, e rimpiangere, e ricordare e questa è pur sempre vita … Mai non ho sentito ribollire in me come ora tali abbondanti riserve di vita spirituale. Riguardandomi indietro penso quanto tempo è stato speso inutilmente, quanto ne è andato perduto in aberrazioni, errori, futilità, incapacità di vivere; per quanto l’apprezzassi, quante volte ho peccato contro il mio cuore e il mio spirito, – il cuore mi sanguina. La vita è un dono, la vita è felicità, ogni minuto poteva essere un secolo di felicità. Si jeunesse savait! [Se i giovani sapessero!] Adesso, cambiando vita rinasco in nuova forma. Fratello! Ti giuro che non perdo la speranza e conservo il mio spirito e il mio cuore puri. Rinascerò migliore. Ecco tutta la mia speranza, tutto il mio conforto! »
F. Dostoevskij, “Lettera al fratello Michail” in “I demoni quotidiani”
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