Si è conclusa la grande farsa delle elezioni europee. La chiamo grande farsa, poiché, come non mi stanco di sottolineare, il Parlamento Europeo svolge una funzione prettamente coreografica, facendo apparire democratico un ordine che strutturalmente non lo è. I dati disponibili per ora parlano chiaro: praticamente è il record storico di astensionismo in Italia, se non in Europa. Insomma, ha vinto il partito astensionista. Si tratta di semplice disinteresse o di reale comprensione dell’impostatura dell’Unione Europea e del suo Parlamento coreografico? Sia quel che sia, le elezioni hanno comunque registrato la disfatta, per non dire la vera Caporetto, delle forze liberalprogressiste in tinta arcobaleno: quelle del ritornello “ci vuole più Europa”, quelle dei capricci di consumo spacciati per diritti e usati per nascondere la questione dei diritti sociali. Vincono praticamente ovunque i partiti della destra bluette: la Meloni in Italia, la Le Pen in Francia, giusto per fare due nomi. Macron se ne va a casa, o chissà forse partirà da solo per il fronte russo, visto che tanto invocava la guerra. In Belgio, De Croo annuncia le proprie dimissioni in lacrime, rigorosamente arcobaleno anch’esse. In Germania si registra l’exploit di AfD, classificato come partito di estrema destra, ma in realtà come sempre espressione della destra bluette liberal-atlantista. Anche Vox in Spagna sale notevolmente, raddoppiando i seggi: ma forse che Vox non è anch’esso un partito saldamente di fede liberale e atlantista? In Italia i partiti della finta opposizione (l’oppofinzione) registrano una meritata catastrofe, con risultati degni del prefisso telefonico: è da sperare che, con questo ennesimo insuccesso, si diano d’ora in poi all’ippica. Ce l’ha fatta invece a essere eletta Ilaria Salis: il primo caso in cui ci veniva chiesto di votare un partito per liberare dalla prigione una persona, manco si trattasse di un reality o di un videogame. In molti attualmente stanno stoltamente giubilando, pensando che con la vittoria delle destre bluette in Europa la situazione possa cambiare. Non sanno evidentemente che semplicemente il maggiordomo con la livrea fucsia viene ora sostituito dal maggiordomo con la livrea bluette, egualmente pronto a rispondere agli ordini della classe capitalistica transnazionale. Intanto anche il maggiordomo bluette non ci porterà fuori dall’Unione Europea e nemmeno dalla guerra, spero ne siate consapevoli. Per non parlare poi del liberismo, che continuerà come prima a produrre le proprie malefatte. Tutto cambia perché nulla cambi, si potrebbe dire parafrasando il Gattopardo. Ancora una volta l’Europa appare simile alla Firenze sferzata da Dante, la quale, con le parole del poeta, continua come un malato a voltarsi a fasi alterne sul lato destro e poi sul sinistro sperando di guarire dal proprio male e invece persistendo in esso.
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