Elly Schlein ha pontificato. “Basta con la normalizzazione dei nazionalisti”: questa la sua programmatica dichiarazione. Ovviamente per “nazionalisti” la sinistrash neoliberale e atlantista intende indistintamente i nazionalisti in senso proprio e coloro i quali semplicemente rivendicano la sovranità nazionale come base per l’esercizio della democrazia contro i processi di sovranazionalizzazione neoliberale, dei quali l’Unione Europea resta forse il paradigma principale. Il trucco del discorso dominante sta proprio in questo, e per quel che riguarda il discorso dominante la sinistrash è campionessa indiscussa: PC non indica più il nobile Partito Comunista di Gramsci e di Togliatti ma semplicemente il Politicamente Corretto, di cui la sinistra è guardia fucsia. Come notava il mio maestro Costanzo Preve, il nazionalismo è la patologia della nazione, sicché bisogna opporsi alla patologia per difendere il corpo sano della nazione. L’opposto di quel che fa il discorso dominante, che dice di voler combattere il nazionalismo eliminando la nazione. Come non mi stanco di ripetere, la sinistra ormai quasi ha superato la destra nel difendere l’ordine dominante. Sarebbe cosa giusta e buona se Elly Schlein, anziché posare per Vogue, leggesse una volta in vita sua i “Quaderni del carcere” di Antonio Gramsci. Scoprirebbe tra l’altro che il filosofo sardo distingue attentamente tra il nazionale e il nazionalista, valorizzando il primo e criticando aspramente il secondo. Di più, Gramsci afferma espressamente che il punto di partenza deve essere nazionale. Ma la sinistrash non lo sa perché non legge Gramsci e Lenin ma Saviano e Scurati. Il pensiero unico della globalizzazione neoliberale delegittima come nazionalista ogni prospettiva nazionale, tesa cioè a mettere al centro la sovranità della nazione come baluardo della democrazia contro i processi di svuotamento della democrazia che avvengono oggi grazie alla sovranazionalizzazione, cioè alla traslazione della decisione sovrana dei parlamenti nazionali a entità sovranazionali come la BCE, il Fondo monetaria internazionale, l’oms, e così via. Cessione della sovranità è la formula magica dell’oligarchia neoliberale difesa a spada tratta dalla sinistra fucsia non meno che dalla destra bluette. La sinistra non lo sa, ma difendendo la sovranazionalizzazione e la UE contro la sovranità nazionale sta difendendo lo svuotamento della democrazia e dunque l’interesse dei padroni dell’aristocrazia finanziaria. Elly Schlein ancora una volta si trova a difendere le ragioni dei padroni, proprio come quando difende la green economy, cioè il profitto verde del capitale, o quando difendi i capricci arcobaleno, cioè la neoliberalizzazione del mondo della vita in funzione del profitto. Per la signora Elly Schlein sarebbe un pericoloso nazionalista Che Guevara, che diceva patria o muerte? E le esperienze comuniste di lotta nazionale contro l’imperialismo? E Togliatti con la via nazionale al comunismo? Ormai siamo giunti al paradosso che il discorso cosmopolita del capitale e quello egualmente cosmopolita della sinistrash coincidono in tutto e per tutto. E così accade poi che Soros finanzi apertamente la sinistra stessa, oggi per certi versi ancora più solerte della destra nel difendere lo status quo.

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