Esattamente quattro anni fa, il 9 marzo del 2020, partiva il primo confinamento domiciliare coatto sotto il ridicolo nome di “Io resto a casa”. Le libertà fondamentali compresse in nome delle ragioni mediche. L’insegnamento fondamentale che abbiamo tratto è duplice. In primo luogo, vi è una categoria di esseri umani che, per paura di morire, è disposta a rinunciare a vivere e a mettere in congedo ogni forma di libertà e di esistenza dignitosa. In secondo luogo, ciò che è accaduto una volta può tranquillamente tornare a verificarsi. Quello che abbiamo vissuto è stato soprattutto un grande laboratorio sociale, politico ed economico, nel quale si sono messi a punto i nuovi paradigmi neoliberali del modo di governare le cose e le persone.
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