I dati disponibili per ora parlano chiaro: praticamente è il record storico di astensionismo in Italia, se non in Europa. Si tratta di semplice disinteresse o di reale comprensione dell’impostatura dell’Unione Europea e del suo Parlamento coreografico? Sia quel che sia, non votare alle europee non cambia nulla, è vero: ma è altresì vero che egualmente non cambia nulla il votare, per via della poc’anzi ricordata funzione coreografica del Parlamento Europeo, ma poi anche per via dell’assenza di partiti che mettano realmente in discussione l’ordine della globalizzazione neoliberale. Va detto che, se non altro, chi si astiene non prende parte a questa grande recita e non concorre a darle linfa. La soluzione migliore sarebbe porre in essere un partito realmente oppositivo rispetto all’ordine dominante, un partito che (il moderno Principe, gramscianamente) ad oggi manca nelle liste elettorali presenti. L’altra soluzione, di ripiego, sarebbe votare un partito vagamente dissonante rispetto ad almeno un punto dell’ordine dominante, con un gesto analogo a quello di chi butta la sabbia nel motore. Ma anche un partito di questo tipo oggi non esiste nelle liste elettorali presenti. Indi per cui la sola soluzione disponibile, purtroppo, consiste nel non sedersi al tavolo quando le carte sono truccate.

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Di admin