Sull’Espresso on -line di ieri (clicca per leggere) Gianfrancesco Turano si diletta nel dipingere la “galassia nera” che agiterebbe il web al fine di turbare il “meraviglioso” e “paradisiaco” ordine attuale, fondato sui pilastri della globalizzazione politica e del liberismo economico. Questi “cattivoni” che non amano Merkel e Draghi, che contestano l’austerità e le politiche infami di quella Ue che – parole di Vincenzo Visco – , ha organizzato un “olocausto in Grecia”, sono naturalmente “fascisti”. In realtà tante dinastie che furono naziste per davvero – penso alla famiglia Quandt che controlla il colosso automobilistico tedesco Bmw- continuano ancora oggi a dominare la Germania e quindi l’Europa, ma non importa. Per i giornalisti di Repubblica-l’Espresso l’accusa di fascismo è un moto “pavloviano”, un riflesso automatico che demonizza e delegittima tutti i non allineati. Avremmo volentieri trascurato il pezzo confuso di Turano, ma sfortunatamente non possiamo. Nel pezzo in questione infatti, Turano tira in ballo pure Vox Italia quel tanto che basta per giustificare le vergognose prassi censorie che il nostro partito ha subito e subisce fin dalla sua nascita. Non contento il giornalista manda un “messaggio” (non ho scritto “pizzino”) pure a Byoblu, denotando fastidio per la crescita di un canale che ospita di frequente (questo aspetto è effettivamente grave) perfino “pericolosi figuri” del calibro di Bagnai e Rinaldi. Byoblu ha osato sentire l’opinione di Alberto Micalizzi che, condannato in primo grado a 6 anni per truffa, andrebbe forse nel frattempo “ibernato” e ridotto in una condizione di meditabondo silenzio (ma di Adriano Sofri condannato in via definitiva per l’omicidio Calabresi che scrive sul Foglio Turano che dice?). Ma tutti questi peccati sono poca cosa rispetto alla colpa di avere ospitato il politologo Dugin, vera ossessione del gruppo Repubblica/l’Espresso che vede nel barbuto pensatore russo la quintessenza di un pensiero eretico e pericoloso, incarnazione vivente del fascismo eterno che ritorna in forme dissimulate. Siccome non conosciamo il nome di un bravo psicologo esperto in psicopatie ricorrenti, rispondiamo a Turano brevemente nel merito delle cose dette. Vox Italia non ha nulla a che vedere con il nazismo o con il fascismo; Vox Italia è un partito che si riconosce completamente nei valori impressi nella nostra Costituzione nata sulle ceneri dei totalitarismi novecenteschi. Vox Italia contesta gli attuali assetti di potere, fondati sul predominio del denaro e sulla mercificazione dell’Uomo ridotto a mero strumento di produzione e di consumo, servo muto e inconsapevole da sacrificare sull’altare del dio-mercato. Si può dire tutto questo, o Turano e compagnia ci devono far bere l’olio di ricino per così poco? Turano dovrebbe semmai approfondire il profilo di chi lo paga, ovvero di Carlo De Benedetti, uomo già coinvolto in vicende poco edificanti al tempo di Mani Pulite; finanziere molto potente già affiliato alla loggia “Cavour” di Torino che – a proposito di Russia- qualcuno ha accostato alle vicende cristallizzate dentro il dossier Mitrokhin (clicca per leggere). Per non parlare, per ora, del caso “Banco Ambrosiano”. Ora domando: visto che i vostri stipendi sono pagati da un editore così, siete proprio sicuri di avere i titoli per fare di continuo la morale agli altri? Non è meglio che cominciate a guardarvi allo specchio prima di concentrarvi sul mondo circostante? Se non riuscite a farvi da soli una seduta di autoanalisi vorrà dire che vi aiuteremo noi.
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