GRAMSCI E L’ELOGIO DI QUELLO CHE OGGI VIENE DIFFAMATO COME “POPULISMO”:

“L’errore dell’intellettuale consiste nel credere che si possa sapere senza comprendere e specialmente senza sentire ed esser appassionato (non solo del sapere in sé, ma per l’oggetto del sapere) cioè che l’intellettuale possa essere tale (e non un puro pedante) se distinto e staccato dal popolo-nazione, cioè senza sentire le passioni elementari del popolo, comprendendole e quindi spiegandole e giustificandole nella determinata situazione storica, e collegandole dialetticamente alle leggi della storia, a una superiore concezione del mondo, scientificamente e coerentemente elaborata, il “sapere”; non si fa politica-storia senza questa passione, cioè senza questa connessione sentimentale tra intellettuali e popolo-nazione. In assenza di tale nesso i rapporti dell’intellettuale col popolo-nazione sono o si riducono a rapporto di ordine puramente burocratico, formale; gli intellettuali diventano una casta o un sacerdozio (cosí detto centralismo organico).” (Quaderni del carcere)


Citazioni

“V’è idea più bella di quella di un popolo di uomini i cui reciproci rapporti sono rapporti d’amore? V’è un’idea più alta che quella di appartenere a un tutto che, come tutto, è l’unità dello spirito divino, i cui figli sono i singoli membri?”. (G.W.F. Hegel, "Lo Spirito del Cristianesimo e il suo destino")







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