In un precedente post parlavo genericamente di gatekeepers. Lo facevo in modo argomentato, senza livore ma solo con la volontà di proporre una tesi filosofico-politica. Ed ecco che prontamente uno di suddetti gatekeepers, che non brilla per acume e intelligenza politica, subito interviene pensando narcisisticamente di essere chiamato in causa. In realtà, non pensavo minimamente a lui, che politicamente parlando è il nulla impastato con il niente. Certo, abbaia, ulula e bercia, e tale contegno preferisce al dialogare secondo il Logos: ma del resto anche il ragliare dell’asino è rumoroso e fastidioso ma nessuno seriamente ci perderebbe del tempo appresso. Che dolore tuttavia vedere questo miles gloriosus dialettofono ridotto così a grufolare iracondo sulle pagine altrui! Capisco, non deve essere stato semplice: appena un anno fa pensava di essere il dominus, di aver fatto piazza pulita e dopo poco, ahimè, si è trovato re di Frittole, in mutandoni e con scolapasta in testa in luogo della corona e latrante “sono io il re! Siamo noi la vera forza seria!”. E il vuoto intorno! Modalità porta girevole, si è trovato estromesso dalla fortezza che credeva di avere espugnato. Mi perdonerà se non scendo nel fango a rotolarmi, non è il mio elemento naturale. Nel dare del fascista a me ha fatto l’ennesima figura goffa, tipica di chi non sa argomentare e butta la palla in tribuna. Gliela avrà suggerita il compagno falce e vitalizio? Poteva fare di meglio, a ben vedere, ma – si sa – è un vecchio viziaccio della sinistra addomesticata dare del fascista a chiunque, usando questo epiteto come un qualsiasi insulto tra i tanti. Uno dei tanti insulti che qualificano chi lo usa ben più di chi lo riceve. Curioso però che si parlasse di gatekeepers e il nostro Giamburrasca piccante come la nduja di Spilinga abbia risposto prontamente sull’attenti… Un ulteriore segno di acume politico, non vi è che dire.
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